Parto da qui per segnalare che anche nel mio Comune recentemente è stato apposto all’ingresso di un giardino pubblico un cartello che vieta il gioco del calcio e l’ingresso ai cani. Entrando nel merito di questo divieto ,tra l’altro, non capisco perché tale divieto riguardi solo questo giardino e non altri che abbiamo in paese: forse perché è prospiciente le antiche mura di Pizzighettone ed essendo considerato «il tappeto del salotto buono» non bisogna minimamente rovinarlo arrecando danno alla «povera erba» che all’ombra di cotanta storia in pace cresce? O forse il giocare gioioso di alcuni ragazzini (...) arreca disturbo alla quiete privata di qualche residente nelle vicinanze?
Chi è nato dagli anni 80 in giù sa benissimo che da bambini, a nessuno di noi è mai stato vietato di giocare in uno spazio pubblico, nessuno si è mai sognato di dire che giocare arreca disturbo e potenzialmente crea pericolo e danno a cose o persone. Guidare una macchina arreca molto più disturbo ed è in sé molto più pericoloso ma nessuno afferma che per questi motivi da oggi in poi non si può più guidare… Fa paura questa storia, fa paura perché fa vedere a quale livello di intolleranza siamo arrivati, specie verso le nuove generazioni a cui viene rubato tutto, il diritto al lavoro, il diritto ad una casa, il diritto alla dignità, il diritto ad aspirare alla felicità e adesso si mette pure in dubbio il diritto al gioco (…).
Siamo diventati una società profondamente egoista, malata, quasi irrecuperabile ormai, con una classe dirigente e politica che a questo punto comincio a credere meritata, per tante persone che hanno rinunciato ormai anche a ragionare oltre che a sognare, sempre protese a difendere il loro misero, piccolo, squallido orticello e sempre pronte a sostenere un loro diritto acquisito a scapito di altri.
G. B. ( Pizzighettone)