Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.49

Amnesty. Ucraina, Eurovision non deve nascondere le violazioni diritti umani

La finale del concorso canoro Eurovision 2017, in programma a Kiev il 13 maggio, è un’opportunità fondamentale per accendere i riflettori sulle preoccupazioni che da tempo Amnesty International segnala per quanto riguarda la situazione dei diritti umani in Ucraina.

| Scritto da Redazione
Amnesty. Ucraina, Eurovision  non deve nascondere le violazioni diritti umani

Amnesty. Ucraina, Eurovision  non deve nascondere le violazioni diritti umani

La finale del concorso canoro Eurovision 2017, in programma a Kiev il 13 maggio, è un’opportunità fondamentale per accendere i riflettori sulle preoccupazioni che da tempo Amnesty International segnala per quanto riguarda la situazione dei diritti umani in Ucraina.

“Milioni di persone assisteranno con divertimento a questo evento musicale, associato ai valori della pace, della democrazia, della tolleranza e della solidarietà nei confronti dei diritti umani. Ma mentre Kiev si prepara per la grande serata di sabato 13, è fondamentale tenere bene in mente le questioni relative ai diritti umani che vengono messe sotto il tappeto. Le autorità ucraine hanno l’opportunità di mostrare al mondo che intendono impegnarsi per affrontarle e agire in favore del cambiamento”, ha dichiarato Oksana Pokalchuk, direttrice di Amnesty International Ucraina.

Gli aspetti che maggiormente preoccupano Amnesty International sono i seguenti:

* la discriminazione nei confronti delle persone Lgbtiq: nonostante lo scorso anno a Kiev sia stato possibile svolgere con successo e senza atti di violenza il primo Pride, in altre parti del paese la discriminazione è ancora marcata e i crimini d’odio proseguono;

* l’assenza di iniziative per chiamare a rispondere alla giustizia i responsabili delle gravi violazioni commesse da entrambe le parti coinvolte nel conflitto dell’Ucraina orientale, entrato nel quarto anno;

* la drammatica situazione dei profughi interni, limitati nel movimento e privi di accesso ai servizi statali;

* il grave stato della libertà d’espressione, manifestazione e associazione in Crimea dall’annessione russa del 2014. Le autorità locali continuano a portare avanti azioni repressive nei confronti di tutte le opposizioni, soprattutto nei confronti dei tatari;

* le pressioni sugli organi d’informazione, soprattutto quelli che presentano posizioni filo-russe o filo-separatiste, e l’uccisione lo scorso anno di alcuni noti giornalisti.

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