Martedì, 23 aprile 2024 - ore 13.53

Artisti per l'Expo: in un'intervista José Dalì parla della madre Helena Gala

Helena Gala Dalì unica donna del Gruppo Surrealista e moglie di Salvador

| Scritto da Redazione
Artisti per l'Expo: in un'intervista José Dalì parla della madre Helena Gala

Josè Dalì, figlio del famoso artista Salvador Dalì, in esclusiva per la nostra rubrica “Artisti per Expo”, ricorda la figura della madre, modella preferita e uno dei principali soggetti d’ispirazione nei quadri del grande Salvador.

Helena Gala Dalì nacque in Russia nel 1898, anche se all'anagrafe risulta nel 1894. Questo perchè a quell'epoca per poter uscire dalla Russia bisognava essere maggiorenni e aver compiuto venticinque anni, pertanto falsificò la sua carta d'identità modificando l'otto e trasformandolo in un quattro. Si trasferì per motivi di salute in Svizzera dove conobbe il suo primo marito, il poeta francese Paul Eugene Grindel Eluard, il più importante esponente del Surrealismo. Durante un soggiorno in Spagna incontrò il pittore Salvador Dalì e da lì incominciò una delle più grandi storie di amore del Ventesimo secolo. Si sposarono civilmente solo nel 1932 perché il primo marito non le concesse mai né il divorzio né la separazione. Si poterono sposare in chiesa solo nel 1958 dopo la morte di Eluard avvenuta nel 1952. Oltre che moglie, Gala divenne per tutta la vita la modella preferita e il principale soggetto d’ispirazione nei quadri di Dalì. Fu fonte d'ispirazione anche di altri grandi artisti del famoso Gruppo dei Surrealisti, dallo stesso Éluard a Max Ernst e André Breton. Quando morì nel 1982 Dalì perse tutto il suo genio creativo e volle seppellirla ed imbalsamarla nel castello millenario di Púbol in Catalogna, comprato nel 1969 come regalo per Gala. Riposa nella tomba di famiglia nei sotterranei del castello.

Ringraziamo suo figlio Josè Dali che, in esclusiva per la rubrica “Artisti per Expo”, ne ricorda la sua figura.

1) Josè, ci parli del ruolo di sua madre nella vita artistica di Dalì?

Mia madre Gala, dopo essere stata la consigliera ufficiale del Gruppo dei Surrealisti ed aver visto nascere veri e propri capolavori, alcuni dei quali prendevano vita con il contributo dei suoi suggerimenti, sicuramente preferiva l' elucubrazione pura all'operatività. Alla "mano d'opera"  ci pensava mio padre, sovente previo qualche suo prezioso suggerimento. Lei in un certo senso era l'architetto di casa, si dedicava alla progettazione dei caminetti, all'arredo degli ambienti interni ed esterni. Assistere alla nascita di ogni opera pittorica di mio padre o ad ogni opera muraria da lei progettata, era la sua passione.

2) In diversi ritratti di suo padre Salvador Dalì, Gala viene raffigurata come una Madonna, per quale motivo?

La Madonna come il simbolo universale della riproduzione genetica umana e della "organizzazione" suprema. Più che la regina della casa e del cielo di Port Lligat era la Madonna della sua vita, in quanto aveva operato il miracolo nella vita di mio padre e in un certo senso della mia...occupandosi di tutto.

3) Gala è stata anche musa ispiratrice dei più importi maestri del ‘900, in che cosa consisteva il suo “Potere Magnetico”?

Mia madre in realtà si chiamava Helena e prima di conoscere mio padre, fu l'unica componente donna del Gruppo dei Surrealisti. Gala era il nomignolo attribuitole dal suo primo marito, per la sua grande capacità di affrontare ogni problema come fosse una festa. Qualcuno di cui non rammento il nome, definì lo sguardo di mia madre in grado di passare attraverso i muri. Leggeva i tarocchi e con i fondi del caffè turco sembra fosse in grado di prevedere alcuni eventi. Io credo, molto più semplicemente, che il cosiddetto "potere magnetico", dipendesse solo dalla sua determinazione e dalla grande forza del suo amore.

4) Sua madre per tutta la vita ha professato il “Dogma dell’Amore”, che cosa significava?

Forse nella sua meticolosa semplicità, intendeva l'amore e il rispetto per ogni forma di vita e soprattutto per le persone. Anche se, come ebbe modo di raccontarmi, in più di qualche occasione, lei e mio padre si divertivano ad osservare le sembianze fisiche di alcune persone, trovando in queste diverse affinità con il mondo animale. In fondo, all'epoca, non è che capitasse a tutte le donne "comuni" di trovarsi a competere nel gioco degli scacchi, con un campione come Marcel Duchamp o a trovarsi come ospite un divo cinematografico come Kirk Douglas oppure Walt Disney e consorte.

5) Nel famoso dipinto di Dalì raffigurante la Madonna di Port Lligat, Gala viene posta su un piedistallo,  diversi critici dell’arte hanno scritto che questo dimostrava una sudditanza di suo padre, è l’interpretazione corretta ?

Non credo proprio!  Mio padre, malgrado l' enorme simpatia per la monarchia, la sua gran passione per la nobiltà, il grandissimo e illimitato amore per mia madre e soprattutto a causa della sua orgogliosa anima catalana, non ha mai piegato la testa di fronte a nessuno. Era un fatalista. Alcuni critici della sua epoca dimostrarono fatalmente di non capire proprio nulla, di lui, del suo lavoro e dell'arte in genere. A causa del suo carattere ironico e spiritoso, non lo presero mai sul serio, arrivando a definirlo un pagliaccio. Nel 1951 presso la galleria Lefevre  di Londra, mio padre espose per la prima volta un suo impegnativo capolavoro, "Il Cristo del San Giovanni della Croce", e un noto critico di allora definì il dipinto "opera poco più che banale". Pertanto non ci sarà mai pace tra gli ulivi dell'arte, fino a quando tutti continueranno a ragionare con la testa degli altri.

Fonte: Christian Flammia

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