«È bene fare chiarezza sulla questione bando caffè del museo. Ho accompagnato una persona rappresentante di una cooperativa a bere un succo di frutta al caffè del museo. Abbiamo fatto una rapido giro nei chiostri del San Domenico (non del bar!) e sono stati chiesti alcuni chiarimenti sul bando alla Dirigente»: così si apre una nota di Emanuele Coti Zelati, capogruppo cremasco di Sinistra Ecologia Libertà. «La cooperativa avrebbe potuto ritenersi interessata al bando ma non è stato così (per ragioni interne che ovviamente non conosco) al punto che non ha nemmeno partecipato al sopralluogo obbligatorio per concorrere. Il sopralluogo è una procedura precisa che si traduce in una accurata ricognizione degli spazi, dei locali, degli arredi e delle eventuali attrezzature incluse nel bando. A seguito del sopralluogo viene rilasciata una certificazione ufficiale da parte del personale preposto. Niente di tutto questo è avvenuto e pertanto non c’è stato alcun sopralluogo. Tutta la procedura di gara si svolge su SINTEL, il portale di Regione Lombardia che non lascia spazio a niente che non sia assolutamente lecito», aggiunge Coti Zelati.
«Preciso inoltre che i bilanci di ogni società come quella che attualmente gestisce il bar sono consultabili anche via web, in cinque minuti, con una visura camerale qualsiasi e quindi nessuna informazione è nascosta o riservata. Si sapeva dell’approssimarsi del bando da settimane (l’attuale gestore è in proroga) e quindi, appena uscito, ho provveduto a inviarlo a diversi soggetti che ho ritenuto potessero essere interessati alla procedura; una cosa che faccio quasi sempre: provo a mettere in contatto con la struttura potenziali partecipanti alla gara. Dovrebbero farlo tutti: più concorrenti concorrono più sono le proposte. Questo è quanto avvenuto. Ancora una volta, Zanibelli e Agazzi, che non sanno più quali pesci pigliare, prendono granchi. In questi giorni, complice il web, si sta dicendo di tutto e di più: sia chiaro che non esiterò a procedere per decise vie legali (che sto già elaborando) qualora venga oltrepassato il limite della critica politica e sia, in un qualsiasi modo, leso il mio buon nome», conclude l’esponente di SEL.
Crema, bando caffè del museo: Coti Zelati (SEL): ‘Chiarimenti e diffida’
«Ancora una volta, Zanibelli e Agazzi, che non sanno più quali pesci pigliare, prendono granchi»
1246 visite