Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 12.36

Il re è nudo, ma ha un asso nella manica | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Il re è nudo, ma ha un asso nella manica | Alessandro Lucia

Non volevo parlare (ancora!) delle vicende giudiziarie del pluriindagato Berlusconi, ma il teatrino dell’assurdo che si è susseguito in questo afoso agosto mi ha convinto a sfogare la mia frustrazione per l’imbecillità dilagante.

Ora, i fatti sono noti a tutti. Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1939, imprenditore di successo, in passato iscritto alla loggia P2 (tessera 1816), fedele compare di Marcello Dell’Utri (condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e co-fondatore di Forza Italia), pluriprescritto, pluridepenalizzato (grazie alle proprie leggi), è ora finalmente anche pregiudicato. Condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale. Una storia che ricorda vagamente quella di Al Capone.

Dopo la sentenza che ha definitivamente bollato Berlusconi come criminale, il primo punto dell’agenda politica di un paese dall’economia semi-disastrata, disoccupazione elevatissima e un tasso di evasione fiscale astronomico (sto parlando dell’Italia, non dell’Uganda) è stato ovviamente: “Berlusconi deve decadere?”. Come afferma la legge Severino, la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato deve esprimersi immediatamente sull'eventuale decadenza. Il presidente, Dario Stefàno (Sel), ha affermato che voterà per la decadenza. E così i membri del PD e dei 5 Stelle, (più quello di Scelta Civica e del PSI), per un computo di 15 a favore, 8 contrari alla decadenza, salvo sorprese (fonte: http://www.huffingtonpost.it/2013/08/02/silvio-berlusconi-decaden_n_3694141.html).

Peraltro, la stessa legge Severino afferma che non sono temporaneamente candidabili (per sei anni) deputati o senatori condannati in via definitiva a più di due anni di reclusione. Il dado è tratto. Berlusconi va fatto decadere e, anche se dovesse cadere il governo, non potrebbe in alcun caso ripresentarsi. A meno che non cambi identità, cosa da non escludere conoscendo il personaggio.

Subito pronta la reazione: l’Esercito di Silvio (no, non è una metafora per descrivere i suoi sostenitori: esiste davvero: http://www.esercitodellaliberta.it/) ha serrato le fila. Manifestazioni a favore del capo (non autorizzate, con annessi danneggiamenti alla segnaletica: roba che se l’avessero fatta degli studenti non si conterebbero le manganellate); dichiarazioni di fuoco, richieste di grazia e, per ultimo, aerei che sorvolano le coste nel giorno di ferragosto con striscioni inneggianti a Silvio. Memorabile Micaela Biancofiore che rilascia interviste alla BBC in un perfetto inglese (sic).

La richiesta di grazia è solo una delle carte giocate dai berlusconiani, ma ha spinto il Quirinale a rispondere con una nota ufficiale, in cui si dice sì che bisogna prendere atto della sentenza e che va rispettata, ma d’altronde il Pdl ha tutto il diritto di manifestare il suo dissenso, l’importante è che non danneggi il governo così faticosamente raffazzonato.

Ma c’è ben poco di cui discutere, tutti i segnali (eccetto una grazia presidenziale che avrebbe dello scandaloso) portano a una conclusione: Berlusconi, in Parlamento, non ci entra più.

Nonostante questo, Berlusconi, da abile stratega qual è, sta riuscendo a ritorcere a suo vantaggio la situazione. Con il tam tam mediatico, le dichiarazioni, i telegiornali monopolizzati sul “caso Berlusconi”, la combriccola pidiellina sta attuando la tattica vincente degli ultimi diciotto anni: la campagna elettorale perpetua e sfacciata. Così vedremo che in autunno il Pdl farà cadere il governo e, pur senza esser candidato, il Lìder Maximo della destra italiana sarà in prima fila nelle piazze e nelle TV a sbraitare contro i giudici e a lanciare anatemi contro questo o quello, certo che riuscirà ancora se non a vincere, perlomeno ad arrivare ad un altro (il terzo di seguito) governo di larghe intese, che cambi tutto per non cambiare nulla. Con il PD ancora fermo a discutere delle regole del congresso.

Alessandro Lucia

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