Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 14.19

Teleriscaldamento.La protesta degli inquilini per le bollette troppo care

| Scritto da Redazione
Teleriscaldamento.La protesta degli inquilini per le bollette troppo care

Comunicato congiunto del Comitato Acqua Pubblica del Territorio Provinciale e del Comitato no Inceneritori di Cremona sul grave problema delle bollette del teleriscaldamento che sta flagellando gli inquilini residenti nelle case popolari di molte zone della città. Nei prossimi giorni consegneremo in comune la richiesta di chiarimenti (già presente nel comunicato) firmata dagli inquilini residenti in via Divisione Acqui e in altri complessi del territorio.
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Roberto Polledri per il Comitato Acqua Pubblica del territorio Cremonese
Distacchi utenze, bollette sempre più care, casi di morosità in costante aumento, rateizzazioni impossibili, le umiliazioni per i cittadini cremonesi durante questo inverno non sembrano avere  fine. Se dovessimo mettere su un piatto la richiesta dei cittadini di poter passare tutti un inverno dignitoso con un minimo di acqua, luce e gas in casa e sull'altro le soluzioni proposte dall'amministrazione e dalle aziende “pubbliche” di servizi, la bilancia rovinerebbe al suolo. Tutti i nostri appelli sono rimasti inascoltati e la resa politica che la giunta comunale ha dichiarato dicendosi impossibilitata a intervenire per "questioni di bilancio" è il culmine della beffa.
Ma bando alle tristezze: proprio in questi giorni LGH cambia sede spostandosi nel nuovo e costoso complesso in via dei Comizi Agrari e mentre noi rimaniamo "quote irrisorie del monte clienti" con l'acqua alla gola, LGH sembra vivere su un pianeta parecchio florido. In compenso la sua partecipata AEM invita i cittadini che chiedono la rateizzazione delle bollette a chiamare un numero a pagamento: un sentito grazie da parte di quanti sono già in difficoltà economiche.
Ma non è finita qui. Anche il teleriscaldamento sembra destinato a balzare ai disonori della cronaca cremonese come nuovo flagello delle fasce più deboli della popolazione che non riescono più ad arrivare a fine mese, fustigate da bollette sempre più salate. Qualche settimana fa alcuni abitanti delle case popolari di via Divisione Acqui si sono rivolti al Comitato per cercare un confronto e un appoggio,(in allegato la cronologia degli eventi e dei fatti) dato che si sono visti recapitare bollette del teleriscaldamento di 1000 e passa euro a trimestre. Evidentemente l'emergenza già esplosa mesi fa con il caso del complesso di Largo Pagliari si sta allargando a macchia d'olio e sarà impossibile nascondere anche questa sotto il tappeto.
Il teleriscaldamento doveva essere la soluzione migliore per le nostre case: più ecologico, più economico e più efficiente; invece a Cremona come altrove il sistema sta dimostrando di essere non solo ben poco ecologico, ma anche di avere costi a volte insostenibili, soprattutto per chi abita in complessi di edilizia popolare, che hanno impianti mal funzionanti e inadeguati per condomini mal coibentati e non costruiti secondo criteri di efficienza energetica.
Questa carenza di buona progettazione e gestione ricade come costo sui cittadini, direttamente (tramite bolletta) o indirettamente tramite i servizi sociali che devono tamponare le emergenze economiche, visto che sempre più persone si trovano indebitate fino al collo anche per colpa di questi sistemi al limite della truffa. Come è possibile tutta questa inefficienza? Come è possibile che nessuno si prenda la responsabilità di quanto sta succedendo? Perché nessuno denuncia e prende una netta posizione contro questa macchina degli sprechi?
Come Comitato Acqua chiediamo che il Comune di Cremona riconosca pubblicamente tutte le problematiche e individui delle via d'uscita concrete al problema teleriscaldamento in quei condomini pubblici dove i carichi in bolletta stanno diventando insostenibili e in cui abitano persone che sono già in gravi difficoltà economiche.
Alla luce delle problematiche che il teleriscaldamento sta comportando per queste famiglie, ci chiediamo su quali basi Comune e AEM continuino a pensare che il teleriscaldamento sia la soluzione migliore per l'edilizia pubblica a Cremona, dato che:
>La parziale alimentazione da inceneritore, fonte altamente inquinante, riduce a ben poco la valenza "ecologica" del teleriscaldamento. Inoltre, applicato a una rete di queste dimensioni, lo trasforma in un impianto inefficiente, con gravi ricadute economiche su tutta la comunità.
>Le bollette sono tutt'altro che chiare e trasparenti. Quantificare le dispersioni è un'impresa (e le dispersioni sono una voce molto impattante in bolletta) specie per chi abita in quegli edifici ALER che hanno molti appartamenti sfitti (se non addirittura interi piani, vedi Largo Pagliari) con alte dispersioni del calore e dunque costi indipendenti dal controllo e dalla volontà degli inquilini che vi abitano, ma che comunque vengono caricati sulle loro bollette.
>Il sistema si applica a una realtà abitativa mal gestita. Perché vengono lasciati così tanti appartamenti popolari sfitti, tanto più in questo periodo di crisi? Perché ci sono complessi come quello di Largo Pagliari con un intero piano terra in condizioni di abbandono e un primo piano non abitato, condizione che comporta costi di dispersione enormi per tutti gli inquilini del complesso? E' corretto che ai costi del calore effettivamente "prelevato" dagli inquilini vengano aggiunti in bolletta i costi fissi relativi alle dispersioni di tutta la rete dell'edificio anche quando viene lasciato parzialmente vuoto?
>Il sistema si applica in molti casi a realtà abitative mal realizzate. Come è possibile per esempio, come in Largo Pagliari, che i montanti e le tubazioni secondarie del teleriscaldamento siano prive di isolamento o solo parzialmente isolate? Chi doveva controllare la buona realizzazione dei lavori strutturali?
>L'esito in bolletta è spesso antieconomico. Nessuno ha pensato che se una persona richiede un canone calmierato probabilmente non si può permettere 300/400€ o più al mese di riscaldamento?
>Il sistema è rigido e toglie agli inquilini la possibilità di scegliere soluzioni alternative, realizzando un monopolio di fatto. Inquilini che si trovano stretti tra l'obbligo di utilizzare il teleriscaldamento e una azienda pubblica che si comporta con loro in modo vessatorio e ricattatorio, visto che quando sono in difficoltà a pagare le bollette non esita a tagliar loro tutte le forniture! Chi viene garantito in un accordo di fornitura di questo tipo: il cittadino o l'azienda?
A conti fatti viene il sospetto che il teleriscaldamento sia stata una delle tante scuse per costruire un inceneritore, per farne il revamping, per ampliarlo e sfruttarne la capacità di combustione. Tutto questo non certo a vantaggio di cittadini e ambiente (quali vantaggi? Pagheremo forse bollette dei rifiuti meno care?), ma per muovere denaro in certi consigli di amministrazione e in certi palazzi alla faccia dell'ecologia, dello sviluppo sostenibile e del portafoglio sempre più vuoto di tutti noi cittadini.
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LETTERA DEI CONDOMINI DI VIA DIVISIONE ACQUI 4

Siamo residenti del condominio di Via Divisione Acqui 4. La nostra struttura è composta da 16 appartamenti, con due diverse metrature: appartamenti piccoli da 50 mq circa e appartamenti grandi da circa 90 mq; la struttura è stata ristrutturata da un vecchio stabile e nelle fasi di ristrutturazione è stata collegata al teleriscaldamento cittadino. L'impianto di riscaldamento è situato nelle pareti verticali a circa 40 cm da terra, e percorre quasi tutte le pareti dell'appartamento; quando siamo entrati in possesso dell'alloggio, il Geom. Nespoli ci ha descritto l'impianto di riscaldamento, precisando che funzionava ad orario dalle 6.00 alle 22.00 e, in caso di assenza prolungata, si poteva disattivare la pompa che fa circolare l'acqua calda, agendo sull'interruttore presente nel quadro elettrico di controllo dell'appartamento.
Giunti alle porte dell'inverno, si è attivato il teleriscaldamento e la temperatura negli appartamenti variava tra i 20° e 21°C. In data 24/01/2013 arrivano le prime bollette del teleriscaldamento: il loro valore si aggira da oltre i 1000€ ad un minimo di 350€ circa per un utilizzo di tre mesi, senza alcuna distinzione tra appartamenti grandi o piccoli. Dopo diverse segnalazioni per via fax e email all'AEM, ALER, e all’Ass. Amore, il giorno 25/01/2013 l'Ing Bassi e tecnici AEM abbassano la temperatura dell'acqua della caldaia, senza preavviso o comunicazione del loro intervento, lasciando così l'intero condominio con temperatura che variano tra 11° e i 15°. Solo dopo ulteriori solleciti e tre giorni al freddo, la temperatura viene ristabilita, in modo da riportare i valori ambientali degli appartamenti nei parametri di legge; il 28/01/2013, l'ing Bassi ha dichiarato che il problema è stato creato dalla sua azione di abbassare la temperatura, congiuntamente ad una sonda ambientale non funzionante, che alla data odierna non è ancora stata sistemata.
In data 30/01/2013, dopo aver cercato senza riuscirci di rateizzare in più di due rate  le bollette in AEM, veniamo informati che le bollette sono state sospese e  verranno ricalcolate. Nelle settimane successive la temperatura è rimasta nei limiti inferiori dei parametri di legge, seppur per noi resta il problema di non poter regolare la temperatura, considerando anche le esigenze ambientali delle diverse tipologie di utenti (anziani, disabili, bambini, adulti), comportando così inevitabilmente ancora disagi a tutto il condominio. A diversi condomini il Geom Nespoli ha dichiarato che nel più breve tempo possibile verranno installati termostati in ogni appartamento e che lui è il responsabile dei lavori di installazione.
Alle nostre richieste di ulteriori informazioni su chi ha progettato l'impianto, AEM e ALER affermano che per ragioni di “sicurezza” o assenza di informazioni non possono dirci chi è, così analizziamo la documentazione dei nostri appartamenti e scopriamo che il progettista è l'Ing Aramini, mentre la ditta che ha posizionato l'impianto di teleriscaldamento è la medesima che ha posizionato e installato nel palazzo l'impianto del gas: ciò cala un’ombra inquietante anche su questo impianto! I residenti che sono entrati negli alloggi prima del Settembre 2012, sono rimasti senza la funzionalità dell'impianto a gas per diversi mesi, perchè la ditta che aveva messo in posa l'impianto non aveva la necessaria documentazione per fare i lavori e ricevere l'appalto da un ente pubblico come il Comune di Cremona; quindi AEM gas non poteva attivare l'impianto e prendersi la responsabilità in caso di danni e, solo dopo continui solleciti ad ALER, a Settembre è “comparsa” la documentazione necessaria, seppur a noi sono rimasti forti dubbi di come e perchè ci sono stati tali problemi.
Successivamente in un incontro occasionale nel nostro condominio con l'Ing Bassi (AEM), Geom Nespoli (ALER), L'ing Aramini (progettista impianto) e vari tecnici AEM, viene affermato dall'Ing Aramini che l'impianto fa risparmiare il 40% di spesa per l'utente rispetto a un impianto a caloriferi tradizionale; nella medesima occasione un appartamento di un condomino e un appartamento vuoto, vengono utilizzati come campione modificando la velocità della pompa e l'apertura della valvola nel quadro calore, ma alla data odierna non siamo stati informati ne di come sono stati usati i campioni, ne se cessano di esserlo oppure no, considerando che i valori di consumo restano uguali a quelli precedenti alle modifiche compiute dall'Ing Aramini.
In data 14/02/2013 abbiamo ricevuto una lettera firmata dal direttore di AEM ed inviata da AEM per conoscenza all'ass. Amore che specificava la data degli ultimi interventi e affermava che tutto era sistemato. In realtà le date  non solo non erano complete, ma alla nostra richiesta di visionare cosa è stato modificato nell'impianto non abbiamo mai ricevuto risposta.
In data 19/02/2013 arrivano a tutti i condomini le bollette del teleriscaldamento ricalcolate, con riduzioni tra i 200€ e i 100€, tranne quei casi in cui è stata aumentata: tutto ciò senza una spiegazione logica, senza un criterio di riduzione spiegato all'interno della scarna documentazione della bolletta. È stato chiesto via fax e via email ad AEM, ALER e ass. Amore che ci venga inviata la documentazione relativa ai calcoli dei nuovi valori, oltre che l'annullamento anche di queste bollette ancora per valori troppo alti non giustificati e incoerenti sia con le dichiarazioni dell'ingegnere progettista sia con esperti del settore, oltre che inadatti all'edilizia popolare: a distanza di più di una settimana non abbiamo ancora ricevuto risposta.
Per concludere il quadro della situazione, gli edifici di Via Divisione Acqui 4 e 3 sono stati conclusi nel 2010, mentre il primo utente è entrato nel maggio 2012. Quindi sorge spontanea la domanda: il comune di Cremona ha pagato circa due anni di bollette altissime ad AEM per il teleriscaldamento senza mai accorgersene? Inoltre il Geom Nespoli ha dichiarato a diversi utenti che l'Aler ha ricevuto a Novembre da AEM l'informazione che il teleriscaldamento non sarebbe stato economico, e che la caldaia e impianto avevano problemi, ma nessuno si è preoccupato di avvisare gli utenti; mentre ALER sostiene di prendersi carico delle spese degli appartamenti vuoti, che nel civico 3 superano il 70 % , per l'ing Bassi e altri operatori AEM le spese del teleriscaldamento vengono partizionate tra i residenti.
Non solo i fatti raccolti in questo comunicato rivelano evidenti violazioni dei diritti di cittadini, oltre che di utenti, ma purtroppo casi similari sono diffusi in tutta la città, sia legati al teleriscaldamento che ai servizi offerti da AEM.

Cremona 6.3.2013

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