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VIVISEZIONE UMANA SUI “MORTI CEREBRALI”

| Scritto da Redazione
 VIVISEZIONE UMANA SUI “MORTI CEREBRALI”

LA BIOETICA AVVALLA LA VIVISEZIONE UMANA SUI “MORTI CEREBRALI”
Si moltiplicano i convegni di bioetica sulla donazione del corpo post mortem a fini di studio e ricerca, come sostegno alla Proposta di legge 746 (già 5083 e 1020) per l'uso dei cosiddetti “morti cerebrali” per esercitazioni chirurgiche, chimiche e radiologiche per un anno nelle Università ed Ospedali.
In altre parole le lobby della ricerca pretendono di sperimentare sugli umani in vivo, lasciando però credere che si usino i morti veri, freddi stecchiti. Invece non è così: stesso inganno vive da oltre 40 anni per la donazione degli organi. Dicono "Dona i tuoi organi dopo la morte" e ora ampliano "Dona il tuo corpo post-mortem", ma si tratta sempre di vivi che hanno perso la coscienza.

Uno sguardo al documento del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) approvato il 19 aprile in seduta plenaria e pubblicato il 20 maggio 2013, rileva che nelle 13 pagine del testo non è mai stato specificato dai “dotti” bioeticisti su quale soggetto tale vivisezione verrà praticata, ovvero di che morte si tratti: “morte cerebrale” o morte in arresto cardiocircolatorio e respiratorio? Eppure la PDL 746 esplicita all'art.1 “morte secondo L.578/93” cioè sui dichiarati in morte cerebrale a cuore battente. Quale sporco gioco nell'omettere la condizione in cui avviene la tortura?

Due Audizioni della Lega Antipredazione in Commissione Affari Sociali nel 2005 e nel 2011 avevano fermato l'orrore, ma il lobbismo lavora e il virus dell'affarismo senza regole e senza scrupoli si riattiva e ciò significa pericolo imminente. Nello scompiglio politico attuale gli italiani vengono destinati alla sperimentazione in vivo internazionale. Forse per sanare la crisi economica?

Questa infame proposta è andata molto vicino al voto dell'Aula nella seduta del 23/10/12, l'unico a portare argomentazioni contrarie è stato l'On. Marco Rondini della Lega Nord. Alcuni stralci:
“...voglio affermare con convinzione un principio cardine: ritengo che si possa parlare di post mortem soltanto quando sia chiaro cosa si intenda effettivamente per morte, ossia quando vi sia l'interruzione contemporanea delle due funzioni vitali, cardiocircolatoria e respiratoria, osservate per almeno 24 ore.
Il presente testo unificato di proposte di legge, all'articolo 1, introduce, quale condizione per la donazione del corpo di soggetti dei quali è stata accertata la morte, il rimando normativo alla legge 29 dicembre 1993, n. 578. Tale provvedimento, recante «Norme per l'accertamento e la certificazione di morte», tratta della cosiddetta morte cerebrale a cuore battente cioè dichiarata nei soggetti affetti da lesioni encefaliche sottoposti a misure rianimatorie in sole 6 ore sulla base di protocolli variabili su indicazioni ministeriali.
Dunque, questo testo unificato di proposte di legge si basa, in sostanza, sulla dichiarazione autoritaria di morte cerebrale e permetterebbe, su corpi vivi, esercitazioni chirurgiche, chimiche e radiologiche...Ora, se il fine fosse solo quello di garantire agli studenti di medicina un'effettiva possibilità di approfondire le proprie conoscenze anatomiche, perché non inserire nel testo che la donazione del corpo possa avvenire solo dopo l'arresto cardiocircolatorio e respiratorio di ventiquattro ore?... Non possiamo noi legislatori, chiamati al servizio del bene comune, operare nell'interesse esclusivo delle lobby dei ricercatori scientifici...” ( testo integrale su richiesta).


C'è evidente omissione della verità e capovolgimento del senso delle cose nella propaganda messa in atto dai bioeticisti del CNB e Ist. Italiano di Bioetica-Genova.Pericoloso Convegno il 7 giugno alle 14.30 - Starhotels President-Genova. Gogna a costoro: la bioetica non è parente dell'etica.
(Comunicati stampa 13.10.2005 e 21.10.2011)
Presidente Nerina Negrello
www.antipredazione.org

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