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Cremona, flash mob per l'acqua pubblica

| Scritto da Redazione
Cremona, flash mob per l'acqua pubblica

Si è svolto stamattina dalle 10.30 in poi un flash mob promosso dal comitato Acqua Pubblica di Cremona per ricordare l'esito del Referendum abrogativo del giugno scorso. Il gruppo, a cui ha partecipato un buon numero di ragazzi di diverse associazioni, ha toccato quattro tappe: piazza Stradivari, piazza del Comune, la sede dell'Ato e corso Campi. I partecipanti erano "travestiti" da sindaci e imbavagliati, per simboleggiare quanto è accaduto in provincia di Cremona negli ultimi tempi. Di seguito il testo dell'intervento, letto da Giampiero Carotti:
"Il 2 giugno 1946 un referendum proclamava che gli italiani vogliono la Repubblica.
66 anni dopo è il momento di ricordare a tutti che quella scelta non è stata casuale, ma il frutto di una convinzione profonda, che cioè il bene della collettività non potesse essere consegnato nelle mani di pochi. Si usciva da un regime antidemocratico che aveva portato la nazione al disastro e a una privazione totale dei diritti personali e collettivi.
Le persone, sulla spinta dei valori di una resistenza condivisa da tutto lo schieramento delle forze politiche antifasciste, hanno capito che dovevano riprendersi una responsabilità.
Dunque anche noi oggi dobbiamo renderci conto che la Repubblica non sono le parate e non sono le forme retoriche, ma siamo noi. I cittadini costituiscono un elemento essenziale, l'elemento centrale della res publica.
Occorre che tutti capiamo che "pubblico" non vuol dire "dello Stato" ma "della collettività" e questo obbliga la collettività a farsene carico, ad averne cura.
Noi siamo qui oggi proprio per difendere un pezzo essenziale di pubblico e di collettività, il servizio idrico. E un pezzo essenziale della nostra vita, i diritti nostri e dei cittadini che ci rappresentano.
Oggi un governo che si presenta come "tecnico" ancora spinge pesantemente per la consegna alle leggi di mercato (che si sono dimostrate rovinose) tutto ciò che resta della sfera pubblica, dalla scuola alla sanità ai servizi essenziali ai beni comuni al territorio agli aiuti alle persone deboli.
Ma i cittadini non sono stati e non stanno a guardare: un anno fa due quesiti referendari hanno sancito che l'acqua degli italiani deve essere pubblica.
Oggi la Provincia di Cremona, l'Ufficio d'Ambito e il presidente della Conferenza dei Comuni non solo agiscono come se quei referendum e la volontà della maggioranza assoluta dei cittadini non contassero nulla, continuando a imporre la privatizzazione del servizio idrico e mantenendo in tariffa la remunerazione del capitale investito, ma addirittura forzano le norme in modo da impedire ai cittadini l'accesso alle sedute degli organi decisionali, militarizzano le sedute nel vano tentativo di far passare la cittadinanza organizzata come una frangia di violenti, compiono dei veri abusi come quello di sciogliere le sedute quando rischiano di esprimere voti politicamente scomodi.
Questo è quello che è successo il 16 dicembre scorso e quello che stiamo oggi rappresentando in questo modo, imbavagliandoci come imbavagliati sono stati i sindaci del territorio cremonese.
Noi non possiamo accettare che i nostri rappresentanti democraticamente eletti vengano zittiti e limitati nei loro diritti, perché i loro diritti sono anche i nostri.
I movimenti per l'acqua pubblica di tutta Italia, organizzati da anni in un Forum, non propongono un pubblico qualunque, ma un pubblico tenuto sotto la lente d'ingrandimento, controllato in modo ferreo e partecipato dai cittadini e dai lavoratori, in modo che mafia, ruberie e rendite di posizione politica o finanziaria siano tenuti fuori dai servizi pubblici essenziali.
Si può e si deve fare.
Il 2 giugno 1946 un referendum proclamava che gli italiani vogliono la Repubblica.
65 anni dopo, sempre a giugno, un referendum proclamava che gli italiani vogliono l'acqua pubblica. Oggi come allora, il voto degli italiani va rispettato!"

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