La presa di posizione della Caritas Diocesana rappresenta, ai miei occhi, un'analisi critica - a tratti severa - che interpella la mia coscienza di amministratore e di laico cristiano politicamente impegnato.
Mi accomuna a tale disanima la consapevolezza - che traspare - della condizione di crisi, primariamente economico-sociale, ma anche politico-morale, in cui anche la nostra città è immersa.
Del resto, mi sono reso disponibile, come candidato Sindaco, proprio dicendo - fin dall'inizio - che ritenevo indifferibile lavorare per rigenerare la politica e l'amministrazione della "res publica" anche nella nosta amata città.
Rispetto alle difficoltà socio-economiche e occupazionali viene da chiedersi, tuttavia, se non sia giunto il tempo che pubbliche istituzioni e mondo economico riflettano su un modello di sviluppo che contiene elementi di fragilità se è vero come è vero che le aziende che "occupano" in modo più consistente sono, oggi, il Comune di Crema e l'Azienda Ospedaliera, unitamente al sistema scolastico.
L'azione di Caritas Diocesana e Servizi Sociali del Comune è - come sempre - encomiabile ma interviene, in modo sempre più rilevante e difficile, a sostenere condizioni di bisogno e sofferenza figlie di uno sviluppo evidentemente da ripensare, anche da parte del sistema delle imprese.
Quanto alla convenzione tra Comune di Crema e Caritas Diocesana per il 2012, auspico che subito dopo la votazione del Bilancio previsionale - prevista per il 04 Aprile p.v. - ne intervenga il rinnovo, ma non nutro alcun dubbio in tal senso.
Condivido, infine, lo stimolo a impiegare le risorse pubbliche in modo rigoroso e oculato, stabilendo con retta coscienza le priorità, a maggior ragione quando la crisi morde e le risorse sono contenute.
E', per altro, un impegno d'onore che mi sono assunto con i miei concittadini.
Antonio Agazzi
