Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 00.28

La fiera degli uccelli schiavi a Sormano (CO) di Paola Re

Gentili signore e signori, ho appreso dal calendario nazionale 2017 della F.I.M.O.V. (Federazione Italiana Manifestazioni Ornitologico-Venatorie) che il 13 Agosto a Pian del Tivano, frazione di Sormano (CO), si svolgerà una fiera del genere. Specie e razza sono i cardini attorno ai quali ruotano questi eventi che si appellano a tradizione, conservazione, addirittura tutela degli uccelli.

| Scritto da Redazione
La fiera degli uccelli schiavi a Sormano (CO) di Paola Re

La fiera degli uccelli schiavi a Sormano (CO) di Paola Re

Gentili signore e signori, ho appreso dal calendario nazionale 2017 della F.I.M.O.V. (Federazione Italiana Manifestazioni Ornitologico-Venatorie) che il 13 Agosto a Pian del Tivano, frazione di Sormano (CO), si svolgerà una fiera del genere. Specie e razza sono i cardini attorno ai quali ruotano questi eventi che si appellano a tradizione, conservazione, addirittura tutela degli uccelli.

Le associazioni venatorie hanno inventato la figura del “cacciatore ambientalista”, molto diverso dal cacciatore assetato di sangue che uccide per divertimento, ma colui che crea equilibrio nella natura, ovviamente uccidendo. Il messaggio che deve passare è quello del cacciatore come garante degli equilibri ambientali e le fiere degli uccelli sono un mezzo per veicolare questo messaggio ma la realtà è un'altra. In questi luoghi si passeggia tra animali chiusi in gabbia, mostrati e venduti al pubblico come merce in un lucroso evento commerciale e turistico, pertanto di portata politica. Sono spesso erroneamente interpretate come manifestazioni a carattere ambientale dove poter avvicinarsi alla natura animale e vegetale: è un errore che nasce da una promozione lanciata dalle associazioni organizzatrici e da quelle venatorie che, tramite una pubblicità ingannevole, riescono a dare un significato e un’immagine irreale a questi eventi. Sono utilizzate immagini di boschi con uccelli liberi che volano e cantano ma in realtà gli uccelli detenuti nelle fiere sono strappati al loro habitat naturale o nati e cresciuti in cattività, fatti riprodurre artificialmente, rinchiusi in gabbia o legati con una zampa a un trespolo e commerciati come merce. Gli organizzatori affermano serenamente che gli uccelli impiegati nelle fiere siano nati in cattività. A prescindere dal fatto che si possa dubitare dell'affermazione, questa non è un'attenuante alla sofferenza perché gli uccelli nati in allevamento hanno comunque diritto a essere liberi: un animale allevato è, a maggior ragione, una vittima perché non ha mai visto e conosciuto la libertà. Bisognerebbe informare la gente sul tipo di animali trattati nelle fiere, sulle loro caratteristiche ed esigenze, su come vengono detenuti, alimentati, trasportati, su quantità e destinazione dell’incasso, sui finanziamenti dati dai contribuenti tramite Regione, Provincia e Comune, sui costi in termini di sicurezza e ordine pubblico (Polizia Municipale, Carabinieri, Protezione Civile, Pronto Soccorso).

Una carta che giocano gli organizzatori è quella della didattica, soprattutto nei confronti di bambini e bambine, senza interrogarsi sul modello etico che stanno proponendo: mostrare uccelli reclusi e impossibiliti a fare ciò che per natura fanno, cioè volare, è fuorviante e diseducativo perché trasmette l’idea della sopraffazione dell’essere umano su altri esseri viventi indifesi. In questo modo passa l’idea che il nostro rapporto con gli animali si possa realizzare attraverso la loro prigionia e detenzione; i bambini imparano a conoscere gli uccelli attraverso le sbarre, a considerarli merce da acquistare e portare a casa trasferendoli da una prigione ambulante a una stabile. Il rispetto e la protezione degli animali liberi è invece il fondamento per attuare rapporti interspecifici di armonia e rispetto. L'insegnamento da dare è quello di osservare il volo degli uccelli, ascoltarne le melodie, avvicinarsi a loro in modo discreto. Gli uccelli dovrebbero essere osservati con gli occhi puntati al cielo invece a queste fiere gli occhi sono puntati a terra, in un desolante labirinto di sbarre: sono le occasioni per celebrare l’apoteosi della gabbia in cui vi sono, imprigionati a vita, uccelli migratori, uccelli esotici, uccelli allevati per il piacere di sentirli cantare o per fungere da richiamo per esemplari della stessa specie nella caccia da appostamento fisso.

Animali ai quali viene stravolto il ciclo vitale non sono considerati maltrattati, anzi, queste fiere hanno sempre le carte in regola nel rispetto del benessere animale che però non dovrebbe limitarsi al soddisfacimento dei bisogni fisiologici ma sulla possibilità di esprimere il proprio comportamento etologico. Ritenere un uccello in gabbia in una condizione di benessere è una presa in giro della scienza etologica, oltre che una crudeltà nei confronti dell'animale. Lo dimostrano i continui tentativi che gli uccelli in gabbia mettono in atto nel distendere le ali, allungare il collo, reggersi sulle zampe e soprattutto nel volare. Inoltre devono sopportare eventi stressogeni come il trasporto, lo scarico, la predisposizione della fiera, il flusso continuo di persone davanti alle gabbie. Chi dichiara di nutrire amore per gli uccelli ma poi lo trasforma in una pratica di possesso, non è credibile. Possedere un uccello e guardarlo dimenarsi imprigionato in una gabbia non è amore.

Invito il Comune di Sormano ad abbandonare questa tradizione schiavista per il bene di esseri umani e non umani.

- Paola Re Consigliera L.I.D.A. Firenze Onlus - www.lidafirenze.it  Lega Italiana dei Diritti dell'Animale

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