Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 07.19

Le larghe intese sono di destra, la service tax ne è la dimostrazione | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Le larghe intese sono di destra, la service tax ne è la dimostrazione | Alessandro Lucia

Ve la ricordate "L'Italia Giusta", lo slogan elettorale del Partito Democratico? E quel video dei due ragazzi turbati dall'insicurezza per la mancanza del lavoro, della casa eccetera eccetera? Quello spot che diceva "Il nostro sarebbe un paese più bello se fosse più giusto"?

Ecco, scordatevelo. Il PD è primo complice del colpo di mano berlusconiano, abolendo dell'IMU (invece di renderla più "equa" come promesso) e introducendo al suo posto una nuova tassa, la Service Tax.

Qualche anno fa c'era l'ICI, Berlusconi fece campagna elettorale per la sua rimozione. Vinse, la tolse e al suo posto mise l'IMU. Quest'anno Berlusconi ha fatto campagna elettorale sulla rimozione dell'IMU (che lui aveva messo). Ha vinto - perché il governissimo è una vittoria di Berlusconi - ha convinto un PD sempre più sottomesso a farla togliere, e ad introdurre una tassa ancora più iniqua. Dopodiché la prossima campagna elettorale sarà tutta basata su questa "vittoria", e quella successiva? Ovviamente sull'abolizione della Service Tax, da togliere e sostituire con un'altra imposta che poco modifica gli equilibri.

Perché la Service Tax è ancora più iniqua dell'IMU? Perché prima di tutto colpisce anche gli inquilini affittuari. Riprendo dal blog "nonunacosaseria":

Con la tassa sugli immobili a pagare era soltanto quel 70% del 70% di popolazione che, proprietaria di prima casa, aveva un reddito tale da non rientrare in credito d'imposta; mentre con la service tax a pagare saremo tutti, inquilini, proprietari ricchi e proprietari poveri. Soltanto che, per non aggravare il carico fiscale complessivo, chi non pagava niente ora pagherà qualcosa e chi pagava tanto ora pagherà meno.

Ma questa, caro Partito Democratico, non è giustizia. Questa non è equità. Questo non è - come disse Bersani - "Chi ha di più deve pagare di più, e chi ha di meno deve pagare di meno". Questa è un'ingiustizia cosmica, è l'ennesimo provvedimento che colpirà solo ed esclusivamente le fasce più deboli: i salariati e i pensionati in affitto, senza dimenticare le decine di migliaia di studenti universitari fuorisede la cui situazione già è catastrofica, che si troveranno a pagare affitti ancora più alti o, peggio, dovranno stipulare dei contratti in nero con il rischio di essere sbattuti fuori di casa senza preavviso.

Un provvedimento che va, ancora una volta, a favorire i ricchi e a bastonare i poveri, sia per quanto riguarda la condizione sociale che l’accesso all'università (vedi studenti fuori sede). Perché dove credete che troveranno i soldi per la copertura finanziaria di questo abominio, se non con ulteriore austerità e nuovi tagli alla spesa?  E ovviamente la spesa tagliata sarà quella che i guru economici del governo delle larghe intese (intese spostate definitivamente a destra), dalle righe dei loro rivoltanti editoriali, considerano “improduttiva”: istruzione, sanità e welfare state.

Anche questa è lotta di classe. Ma è la classe ricca che la sta conducendo. E che la sta vincendo.

Alessandro Lucia

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