Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 12.50

Moschea a Crema. Io difendo Stefania Bonaldi

Rispettando i diritti di tutti ci sarebbero molti problemi in meno ci, soprattutto di convivenza ed integrazione.

| Scritto da Redazione
Moschea a Crema. Io difendo Stefania Bonaldi

Leggendo le righe dell’editoriale del direttore del giornale La Provincia  di domenica 5 ottobre u.s. purtroppo bisogna notare come sia stato strumentalizzata la vicenda ‘moschea’ per architettare un attacco a tutto campo al sindaco di Crema. Un poco esagerato e poco corretto. Nessuno è perfetto, ci  ancherebbe, e governare una città non è facile. Tutti avremmo qualcosa da ridire sull’operato di una giunta.

Io, ad esempio, sono imbufalito per la Tasi, che mi costa un bel po’. Ma mai mi permetterei di avallare insulti, o di scaricare colpe che una persona non ha, come per il tribunale o l’ospedale. Tirare in ballo il campanilismo è un problema della politica cremonese, più preoccupata a tenere tutti nei ranghi, che a sviluppare tutto il territorio, paura di perdere la leadership. Bene ha fatto Stefania a chiedere autonomia più marcata, anche perché ormai le provincie sono una farsa e noi cremaschi non vediamo l’ora che le aboliscano definitivamente. Quanto al problema principale cosa dobbiamo aggiungere? Forse il sindaco si è esposta troppo, ma in quell’area di Via Milano si è fantasticato troppo, dallo stadio, alle palestre; meno male che qualcuno ha trovato la soluzione ad hoc, risolvendo il problema del continuo peregrinare della comunità musulmana cremasca, tra l’altro a proprie spese. Quanto agli sbandieratori del crocifisso a comando e per convenienza dico una cosa sola: cerchiamo di essere cristiani veri e credibili, cominciando con il guardare prima la trave nel nostro occhio che la pagliuzza in quello degli altri... Quanti problemi in meno ci sarebbero, soprattutto di convivenza ed integrazione.

Tiziano Ferla (Crema)

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