Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 16.26

Pianeta Migranti. Anche se mi processate aiuterò sempre i profughi

Quando uno Stato non difende i diritti umani è lecito disobbedire? La storia è piena di episodi di obiezione di coscienza a leggi che danneggiano o uccidono le persone. In passato, molti hanno salvato gli ebrei rischiando di persona. Succede ancora oggi nella civile e democratica Europa. Ne è protagonista un contadino.

| Scritto da Redazione
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Cédric Herrou, è  contadino francese di 37 anni, che aiuta a entrare in Francia, per motivi umanitari, i migranti sprovvisti di permesso di soggiorno e rischia il carcere per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Tempo fa, è stato fermato mentre trasportava col suo vecchio furgone alcuni migranti eritrei. Il giudice, però, aveva valutato che lo aveva fatto come atto umanitario e non da passeur e ciò non lo penalizzava. Ma quando Herrou ha organizzato un campo di accoglienza in un edificio abbandonato dalle ferrovie francesi e ha dato il cibo ai profughi, distribuendo i prodotti della sua fattoria agricola vicino a Ventimiglia, è stato accusato di favorire l’immigrazione clandestina. Da innocente è divenuto colpevole.

Esiste una direttiva UE “ Facilitation direction” del 2002, che sancisce che chiunque aiuta un migrante irregolare a entrare in Europa viola la legge e va perseguito, ma, nello stesso tempo la direttiva consente ai singoli Stati membri di inserire una clausola umanitaria opzionale per mettere al riparo gli operatori e i volontari dal rischio di finire sotto processo. A seconda di come si interpreta questa direttiva i volontari possono essere accusati di favorire l’immigrazione clandestina o esserne discolpati. Evidentemente, la direttiva dà adito a interpretazioni schizofreniche. Per esempio, la procura di Udine, lo scorso giugno, ha indagato due responsabili dell’associazione "Ospiti in arrivo" e il loro interprete che prestavano servizio presso la Commissione territoriale rifugiati di Gorizia, per aver accompagnato trenta richiedenti asilo alla Caritas, per aver fornito loro il proprio numero di cellulare e aver dato indicazioni sulla procedura per ottenere lo status di rifugiato. Rischiano fino a quattro anni di carcere. Assurdo che si sia affidato loro il compito umanitario di assistere i migranti per poi criminalizzarli! Ma il messaggio che ne segue è chiaro: “se non volete conseguenze penali non occupatevi dei migranti!” Questo spiega perché tanti profughi oggi stanno morendo assiderati lungo la rotta balcanica o in mare più o meno nel disinteresse generale!

L’art. 2 della nostra Costituzione dice: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Ma oggi mettere in pratica questo articolo diventa reato! Oggi viene penalizzata la solidarietà e depenalizzata l’omissione di soccorso!

Ma ritorniamo alla vicenda del contadino Herrou che, convocato nel tribunale di Nizza, davanti al giudice ha saltato il formalismo della legge e si è posto su un piano di obiezione di coscienza. Nell’udienza si è assunto tutte le sue responsabilità spiegando che il suo intento era solo di aiutare i migranti che fuggono da guerra, repressione, fame, tra cui tanti minori, che lo Stato, dopo aver chiuso la frontiera, lascia al loro destino. Ha precisato: “Ho preso con me alcune bambine che avevano tentato di attraversare il confine almeno dodici volte. La mia inazione e il mio silenzio mi avrebbero reso complice di tutto questo dramma, e io non voglio esserlo. Lo so che la legge è contro di me, contro quello che sto facendo per aiutare le persone in difficoltà, ma allora cambiamo questa legge! Le leggi devono essere fatte perché la società vada bene e perché la gente possa vivere insieme in armonia. Non è che mettendo in prigione me si risolve il problema. Il problema sono le donne e gli uomini che soffrono e non hanno voce. La democrazia ci impone di uscire per le strade e guardare negli occhi le persone che ci sono accanto e aiutarle anche quando non lo conosciamo. Perché in Francia, accanto a Liberté ed Egalité, c’è anche Fraternité”.

Ora Herrou sta attendendo la sentenza del tribunale. Nella sua zona tutti lo conoscono e molti lo sostengono: hanno raccolto 4 mila firme per proporlo come cittadino dell’anno. Lui imperterrito, con l’aiuto di altri abitanti della valle, continua ad accogliere i migranti di passaggio, soprattutto eritrei, in tende e roulotte collocate sul suo terreno.

 

 

 

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