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Pianeta Migranti. In Europa crescono i flussi migratori e le politiche anti-immigrazione.

Ne ha parlato Pax Christi International a Lovanio in un recente convegno dal titolo “Verso un’etica teologica delle migrazioni e le sue implicanze sociali”, dove ha dichiarato che il futuro dell’Europa dipende da come saranno affrontati i flussi migratori.

| Scritto da Redazione
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L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, UNHCR, prevede che entro il 2015 circa 480.000 migranti cercheranno protezione in Europa. Nel 2016, potrebbero essere 700.000 o più. Arrivano da diversi paesi, tra cui Afghanistan, Eritrea, Nigeria, Siria, Iraq, Somalia e la maggior parte sbarca in Italia e in Grecia. Tutti vedono l'Europa come il continente della speranza da cui attendono protezione e sicurezza.

L'UNHCR ha più volte chiesto all'Unione europea di dare una risposta urgente, ma troppi migranti restano bloccati ai confini delle rotte balcaniche e numerose famiglie con bambini sono costretti a dormire all'aperto e al freddo nell’inverno dell’Europa centrale. La gravità della situazione esige uno sforzo collettivo di ampia portata per garantire il diritto umanitario: protezione, solidarietà, condivisione di responsabilità all'interno all'UE e con i paesi al di fuori dell'UE.

All’Europa viene chiesto anche un approccio politico “inclusivo” verso quelle situazioni di povertà, insicurezza sociale e conflitto presenti nei paesi da cui i migranti fuggono. E’ urgente stabilizzare la Libia da dove partono i barconi e dare un forte impulso al processo di pace in Siria e in Iraq.  

La mancanza di un impegno su questi fronti è inaccettabile e moralmente irresponsabile, secondo Pax Christi, che invita l’Europa ad attuare politiche migratorie centrate sull’etica della compassione cioè, sui diritti dei migranti sanciti a livello internazionale e che vanno pienamente riconosciuti e praticati .

Ma l’Europa non va in questa direzione. Mentre crescono i flussi migratori alle sue frontiere crescono anche i sentimenti anti immigrazione nell’opinione pubblica e nelle politiche nazionali. I cittadini, suggestionati da una mirata campagna mediatica, votano politici che rispecchiano questo orientamento, sposato dai partiti di destra, anche estrema. Dichiarazioni del tipo" gli immigrati sono contro di noi; sono troppi e ci invadono " sono ricorrenti da parte di politici populisti e di opinion maker.

La difesa dell’ interesse personale, ormai, scalza ogni istanza di solidarietà con chi è in difficoltà. Nella maggior parte dei paesi europei il dibattito politico è ormai polarizzato sull’essere a favore o contro gli immigrati. Spesso, viene anche alimentato un sentimento di paura al fine poi di giustificare politiche restrittive nei confronti dei nuovi arrivati. Prevalgono i nazionalismi, si rinforzano i movimenti xenofobi e razzisti così che la stessa tenuta democratica dell’Europa ne è minacciata.

Abbiamo visto l'ascesa del movimento Pegida -anti-islam- in particolare in Germania, ma anche in Belgio, Ungheria, Regno Unito, Danimarca e altrove. Non ci possiamo stupire quindi, se Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lettonia alzano muri lungo i confini. Se in Svizzera è passato un referendum contro l’ immigrazione di massa; se la Finlandia rafforza i confini con la Russia e se il Regno Unito impedisce agli immigrati di Calais di attraversare il canale della Manica. Quando poi scoppiano i problemi, come recentemente a Calais, i leader politici dell'Unione sono assenti e sono le destre a riempire questo vuoto politico, non a favore degli immigrati.

Invece di chiudersi nei muri l'Europa dovrebbe accettare di fare i conti con il fenomeno migratorio. Ma l’Europa davanti alle migrazioni è entrata in crisi perché è stata messa in discussione proprio in quanto Unione di Stati indipendenti legati insieme dai principi comuni di umanità, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

A seconda di come l'Unione europea risponderà a questa crisi costruirà il suo futuro.

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