Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 21.33

Stop agli immigrati in Usa, tutti contro Trump

Proteste e caos negli aeroporti "No" corale al giro di vite voluto dal miliardario, neo presidente USA: un giudice ha bloccato lʼordine di espellere i rifugiati che provengono dai sette paesi a maggioranza islamica. Diversi leader mondiali si stanno dicendo contrari a questa sua politica.

| Scritto da Redazione
Stop agli immigrati in Usa, tutti contro Trump

Nel frattempo da New York a Los Angeles, in tutte le principali città americani (sopratutto in prossimità degli aeroporti) monta la protesta

La decisione di Donald Trump di chiudere le porte della ‘sua’ America ai profughi sta facendo sentire le conseguenze: manifestazioni, ricorsi della magistratura e disordini negli aeroporti dopo il blocco per tre mesi degli arrivi da sette paesi a maggioranza islamica e per quattro mesi del programma dei rifugiati. Immediata la replica dell'Onu: l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Alto commissariato Onu per i rifugiati hanno chiesto agli Stati Uniti di rispettare "la lunga tradizione di proteggere coloro che fuggono da conflitti e persecuzioni".

Duecento persone fermate negli aeroporti

La svolta annunciata dal nuovo Presidente americana è infatti subito entrata in vigore: sono almeno duecento le persone fermate negli aeroporti americani  dopo il decreto firmato dal nuovo inquilino della Casa Bianca appena una settimana dopo la sua investitura. 

Altrettanto rapida, però, è stata la reazione di un giudice federale di New York, che ha annullato parte dell'ordine esecutivo firmato da Trump e ha disposto che i rifugiati e in generale tutte le persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possano essere rimandate indietro nei loro paesi. Il giudice Ann M. Donnelly ha preso la sua decisione in nome di due iracheni fermati all'aeroporto John F. Kennedy nella Grande Mela,  Hameed Khalid Darweesh, un interprete che ha lavorato per 10 anni per il consolato americano ad Erbil – rilasciato qualche ora dopo – e un altro arrivato in Usa per riunirsi alla moglie, che lavora regolarmente per un'impresa di contractor.

Proteste in molte città degli USA

L’ordine esecutivo firmato dal 45° presidente americano ha peraltro innescato altre proteste, che in questa occasione si sono celebrate davanti agli aeroporti internazionali di numerose città degli Stato Uniti (Denver, Chicago, San Diego, Seattle e Los Angeles, solo per dirne alcune). In particolare circa 2.000 persone, tra cui alcune celebrità (anche il regista Michael Moore), si sono riunite proprio davanti al John F. Kennedy Airport, causando non pochi problemi a chi partiva e arrivava a NYC e nelle altre principali città US

Commento

E noi europei che aspettiamo a scendere in piazza contro quello che gli americani definiscono presidente razzista e fascista. ?

Red/welcr/gcst 

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