Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 06.37

Un paese non cresce nel nome di Dio, Patria e Famiglia di Igor Paulinich (Cremona)

Ha preso esiguo spazio su ogni testata la decisione del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza di abolire dalle scuole d’infanzia della città il ‘Gioco del rispetto’, nel nome di un presunto abuso infantile (ma noi docenti siamo qui per educarli, non per abusarne)

| Scritto da Redazione
Un paese non cresce nel nome di Dio, Patria e Famiglia  di Igor Paulinich (Cremona)

Occupandomi generalmente di notizie di nicchia ma la cui rilevanza potrebbe essere internazionale, spiegherò il tutto. Tale gioco, di invenzione triestina e dalle regole non semplicissime, prevede con regole ludiche una riflessione sulla teoria gender. Quest’ultimo termine fu diffuso da filosofi estremisti cattolici nella seconda metà del Novecento per additare ogni teoria di pensiero che tendesse a scardinare la famiglia tradizionale. In pratica: nel gioco d’infanzia perché un maschietto non può mettere il vestito di una femminuccia e viceversa? Il gioco ha però un altro fine: perché la donna non può fare il lavoro di un uomo e viceversa, al punto che è tuttora difficile, in lingua italiana, trovare un femminile alla parola ‘sindaco’? Il ‘Gioco del rispetto’, nel principio della libertà di insegnamento, ha attecchito in cinque istituti su ventinove della città tarsatica, ma ha anche incontrato proteste di genitori: pornografico? perverso? Nulla mi pare di tutto questo, e se tale gioco non va si è liberi di cambiare scuola. A me non pare che il sindaco Dipiazza (...) stia facendo il bene dell’evoluzione antropologica del nostro Paese. Non è nel nome di Dio, Patria e Famiglia che un Paese avanza democraticamente. Perché la donna non deve sempre fare il bucato e cambiare pannolini! Perché l’uomo non deve andare a farsi perennemente macellare in guerra, perché la guerra è stupida! (...)

Igor Paulinich ( Cremona )

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