Signor direttore, dopo una voluta pausa di riflessione vorrei commentare quanto pubblicato da un giornale locale in occasione del recesso del Comune di Casalmaggiore dalla adesione ad Associazioni quali la
Lega delle autonomie, l’Istituto ‘Alcide Cervi’, il Consiglio dei Comuni d’Europa. Naturalmente non ho personalmente nulla da obiettare alla legittima scelta di un Comune che intenda o meno aderire a questa o quella libera e volontaria associazione di enti locali. Intendo invece criticare la qualificazione di enti inutili e non pertinenti con l’attività istituzionale, attribuita alle suddette associazioni. Mi limito a qualche riga su una sola di esse, la Lega delle autonomie. Insieme all’ex sindaco di Corte de’ Frati, Italo Feraboli, l’ho diretta per parecchio tempo, sino a qualche anno fa. Vi erano (e sono) associati circa i due terzi dei Comuni della
provincia. Ogni anno organizzavamo alcune decine di incontri di lavoro e seminari sul come interpretare e dare concreta applicazione alle complesse normative che man mano amministratori e funzionari erano chiamati a conoscere ed attuare. Quelle sui bilanci come sull’ambiente o i rifiuti, le innovazioni relative agli Statuti ed ai regolamenti, l’urbanistica e gli appalti, il commercio, i corsi annuali in materia di tributi locali,
come analizzare e mettere insieme collaborazioni tra Comuni fino alle Unioni, i compiti relativi al welfare
o il rapporto tra Comuni e Case di riposo, e così via con molti eccetera, fino a tempestivi convegni sulla diffusione della banda larga in provincia, sulla firma digitale, sulle antenne dei ripetitori…. Iniziative ben lontane dall’accademia bensì tenute da esperti, segretari comunali, tecnici, amministratori quasi sempre di
qualche nostro Comune che su un particolare tema aveva sviluppato conoscenze ed esperienze meritevoli di essere messe in circolo. Nella mia pluriennale esperienza ho visto numerosa ed attiva la partecipazione a tutte queste iniziative. Ad esse si aggiungeva naturalmente il sostegno puntuale sui quotidiani problemi che il nostro ufficio di via Speciano o quello regionale di Milano poteva dare a Comuni che ci interpellavano. Il tutto era finanziato esclusivamente con le quote dei Comuni associati, senza che venissero chiesti ulteriori
pagamenti nelle singole occasioni, salvo rare eccezioni per corsi di particolare impegno. Mi risulta che Lega autonomie di Cremona prosegua tuttora su questa strada. Mi pare pertanto ed a ragion veduta che essa sia una associazione, volontaria e poco costosa, utile e del tutto pertinente con l’attività dei nostri Comuni.
Giuseppe Azzoni
(Cremona)