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David M, la Shoah e Yad Vashem: può l'Uomo diventare l'inferno di altri uomini?

Il cantante David M si interroga sulla Giornata della Memoria e della sua esperienza a Yad Vashem in Israele: può l'Uomo diventare l'inferno di altri uomini?

| Scritto da Redazione
David M, la Shoah e Yad Vashem: può l'Uomo diventare l'inferno di altri uomini?

L'interno di Yad Vashem - Centro Mondiale dell'Olocausto a Gerusalemme

Crediti Foto Yad Vashem

 

Lago di Garda, 27 gennaio 2022 - Può l'Uomo diventare l'Inferno per altri Uomini? Per la Giornata della Memoria, il cantautore David M, di origini cosmopolite e con un "tassello" della sua famiglia di estradizione ebrea, si interroga tramite i suoi social su come possa l'Uomo ferire nel profondo altri Uomini come successo durante l'Olocausto.

 

"La storia si fa carne, respira, ha un odore e una morbidezza di pelle… Per me ha un nome preciso e si chiama Fishel, parente della mia famiglia ebraica in Israele.

 

David M con il suo parente Fishel

Crediti Foto David M Italia 

 

Fugge dal ghetto ebraico di Lodz in Polonia assieme alla sua famiglia per scappare dal rastrellamento nazista e si perde nella folla. Impiega anni per raggiungere Israele a piedi, seguendo le rotaie dei treni come riferimento e orientamento. Dalla Russia passa in Turchia dove cammina come i gorilla per non rompersi le dita dei piedi, arrivando nel 1948 in Israele. Qui ritrova parte della sua famiglia, tranne il padre, che scopre successivamente essere stato soldato nell’armata rossa: la sua storia è stata anche fonte di ispirazione per il libro Along the Tracks di Tamar Bergman.

 

Con Fishel ho avuto l’immensa fortuna ed emozione di visitare Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Il museo è sempre vivo, ha nomi, cognomi, ha sguardi, sorrisi, tatto, corpo e presenza… Al suo interno, persone sopravvissute alla Shoah, con numero impresso sulla carne, aiutano volontariamente il museo. Con la loro testimonianza e con la raccolta di documenti per l’Europa e il Mondo, aggiornano il database del museo con i nomi dei sopravvissuti, che dopo 50 anni e oltre ritrovano così parenti persi nei campi di sterminio e grazie alla tecnologia del sistema informatico, possono riabbracciarsi fuori la sala d’attesa di un aeroporto, con la pelle consumata dal tempo e un dolore che trova appagamento dopo anni di ricordi tragici vissuti in solitudine.

  

 

L'interno di Yad Vashem - Centro Mondiale dell'Olocausto a Gerusalemme

Crediti Foto Yad Vashem

 

Fishel durante tutto il suo viaggio non ha versato una lacrima, io, invece, molte…

Il giardino dei giusti, il memoriale dei bambini, la Sala della Memoria con la fiamma eterna con le ceneri dei vari campi di sterminio, migliaia di scarpe, occhiali, vestiti, libri, giocattoli… Oggetti quotidiani che abbiamo anche oggi nelle nostre case, che lì possiamo quasi toccarli: testimonianze di esseri umani come noi che hanno visto l’inferno farsi… Uomo.

 

Yad Vashem però è anche vita, è una testimonianza che lega con un filo senza più spine il passato, il presente e il futuro… Un ricordo lucido e caldo che porta un sorriso, come quello della signora anziana alla reception, la gentilezza di chi cucina nella sala bar, di chi ti accoglie con una battuta all’entrata del museo, di chi è ancora qui e vive in Israele, con un pensiero leggero all’Europa.

 

Mi ricordo così anche una lapide a MarzabottoSolo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci.

 

In pochi giorni Fishel mi ha insegnato a vedere il mondo e ad interagire con esso in un nuovo modo.

 

Fishel e Shoshana non vedo l’ora di venire presto in Israele e riabbracciarvi forte."

 

David M con i suoi parenti Fishel e Shoshana

Crediti Foto David M Italia 

 

 

Redazione Welfare Network

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