Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 19.16

IL GIARDINO DEI CILIEGI CHIUDE LA STAGIONE GENNAIO MAGGIO DEL TEATRO PONCHIELLI

Dopo il suo ancestrale e pluripremiato Macbettu della scorsa stagione ritorna, al Teatro Ponchielli giovedì 19 maggio a chiusura della programmazione gennaio/maggio 2022

| Scritto da Redazione
IL GIARDINO DEI CILIEGI CHIUDE LA STAGIONE GENNAIO MAGGIO DEL TEATRO PONCHIELLI IL GIARDINO DEI CILIEGI CHIUDE LA STAGIONE GENNAIO MAGGIO DEL TEATRO PONCHIELLI

Dopo il suo ancestrale e pluripremiato Macbettu della scorsa stagione ritorna, al Teatro Ponchielli giovedì 19 maggio a chiusura della programmazione gennaio/maggio 2022, un lavoro di Alessandro Serra, che affronta quella che lui stesso definisce "la più grande partitura sinfonica per anime mai scritta”, Il Giardino dei Ciliegi l'ultima opera di ÄÂÂÂÂÂÂÂŒechov.

Una regia magnetica, dall'architettura scenica e sonora raffinatissima, che racconta le difficoltà dell’aristocratica russa Liuba e della sua famiglia alle prese con il tentativo di salvare la casa e il giardino dall'asta, metafora dell'irreversibile tramonto di un'epoca, diventano un affresco esistenziale dalla cifra lieve e a tratti surreale. I dodici straordinari attori si muovono su una scena minimalista e restituiscono il sentimento che pervade l'opera, che il regista definisce come «qualcosa di indissolubilmente legato all’infanzia [...].

I poeti sostengono che si può ritrovare in un attimo ciò che siamo stati un tempo rientrando in una certa casa, in un certo giardino dove abbiamo vissuto da bambini.

Si tratta di pellegrinaggi molto rischiosi a seguito dei quali si contano altrettante delusioni che successi.

(Marcel Proust)

“Il giardino dei ciliegi si apre e si chiude in una stanza speciale, ancora oggi chiamata stanza dei bambini. Tra poco arriveranno i padroni, hanno viaggiato molto, vissuto e dissipato la loro vita. Bambini invecchiati che tornano a casa. Tuttavia, il sentimento che pervade l’opera non ha a che fare con la nostalgia o i rimpianti ma con qualcosa di indissolubilmente legato all’infanzia, come certi organi misteriosi che possiedono i bambini e che si atrofizzano in età adulta. L’incombere della scure sul giardino provoca un senso di dolore sconosciuto, un risvegliarsi di quegli organi non ancora del tutto spenti nella loro funzione vitale. Un dolore che non ha nome e che solo guardando negli occhi il bambino che siamo stati potrà placarsi.

Non c’è trama, non accade nulla, tutto è nei personaggi. Una partitura per anime in cui i dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Un unico respiro, un’unica voce.

Non vi è alcun tono elegiaco, è vita vera distillata: si dice, si agisce.

Un valzerino allegro in una commedia intessuta di morte. Comicità garbata, mai esibita, perfetto contrappunto in un’opera spietata e poetica. I personaggi ridono e si commuovono spesso, il che non significa che si debba piangere davvero, è piuttosto uno stato d’animo, scrive ÄÂÂÂÂÂÂÂŒechov in una lettera, che deve trasformarsi subito dopo in allegria.

Velando di lacrime gli occhi dei suoi personaggi ÄÂÂÂÂÂÂÂŒechov suggerisce la visione sfocata della realtà sensibile, una realtà spogliata dai contorni. Come i vetri delle vecchie case, opachi, deformi, pieni di impurità fornivano una versione estetica della vita oltre la finestra, così le lacrime agli occhi erodono le forme: gli oggetti e le persone sfumano l’uno nell’altro, i colori si sfaldano in mezzetinte, i lineamenti e le voci si disciolgono. Tanto che a un certo punto non si sa più chi è che parla, se una voce proveniente da un’altra stanza o noi stessi con le parole di un altro.

La scrittura stessa agevola questo dissolversi del centro e del focus: l’opera è cosparsa di piccoli impedimenti e fraintendimenti, anche linguistici, rotture sintattiche, pianti, canti, apnee, russamenti, borbottii e filastrocche, e poi i suoni. Tutto concorre a una partitura musicale che, scrive Mejerchol’d, è come una sinfonia di CÌÂÂÂÂÂÂÂŒajkovskij”. (Alessandro Serra)

giovedì 19 maggio ore 20.00

COMPAGNIA ORSINI, ACCADEMIA PERDUTA ROMAGNA TEATRI,

TEATRO STABILE DEL VENETO, TPE TEATRO PIEMONTE EUROPA

in collaborazione con

Compagnia Teatropersona, Triennale Teatro dell’Arte di Milano

IL GIARDINO DEL CILIEGI

di Anton Pavolovič ÄÂÂÂÂÂÂÂŒechov

regia di Alessandro Serra

con Arianna Aloi (Duniaša), Andrea Bartolomeo (Jaša), Marco Sgrosso (Lopachin), Paola Senatore (Anja), Massimiliano Donato (Epichodov), Chiara Michelini (Carlotta), Felice Montervino (Trofimov), Paolo Musio (Gaiev), Massimiliano Poli (Simeonov-PišÄik), Miriam Russo (Varja), Valentina Sperlì (Ljubov'), Bruno Stori (Firs)

drammaturgia, scene, luci, costumi Alessandro Serra

BIGLIETTI:

platea/palchi 30- galleria €26-loggione €22

biglietto studenti €12

in vendita alla biglietteria del Teatro aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00 e sanato/ domenica dalle 10.00 alle 13.00; biglietteria@teatroponchielli.it

biglietti online: www.vivaticket it

 

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