Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 20.22

La lettura dei giornali | Massimo Negri

Ora che ci penso, può darsi pure che la mia leggera preferenza a favore dei giornali sia legata al ricordo di mio zio Giuseppe, di Milano

| Scritto da Redazione
La lettura dei giornali | Massimo Negri

Cari amici di Welfare Cremona, all’interno del romanzo di Paola Mastrocola, La gallina volante (ed. Guanda 2000),Carla, insegnante di lettere, ricorda che trent’anni prima, quando frequentava le medie,il professore di Italiano faceva leggere i giornali in classe. Una novità dei tempi, quasi rivoluzionaria. Passata dietro la cattedra, Carla matura la convinzione che ai ragazzi si deve insegnare solo la letteratura. Per questo entra in conflitto con la coordinatrice della scuola, Gabriella, convinta, invece, che votando i ragazzi a diciott’anni devono imparare a leggere i giornali, a leggergli davvero, tra le righe, per quel che sono, e a distinguere, a valutare, a capire. Indomita Carla le replica: “Leggere Omero, ecco cosa devono fare per saper votare!”. Carla ritiene inoltre che non si può chiedere agli studenti di capire la differenza tra un partito e l’altro: devono arrivarci da soli, con gli anni, perché solo nell’età adulta, quando hai un po’ di vita alle spalle puoi capire i giornali. Adesso, ai ragazzi “possiamo solo far loro balenare la bellezza, mettergli entusiasmo. Mostrare che in questo mondo c’è anche Omero, e che si può scegliere di passare il tempo a leggerlo, nel qual caso succede che il tempo si dilata …”.

Per buona parte del libro sono stato dalla parte di Carla, l’insegnante di lettere (alter ego dell’autrice) ma, sul punto specifico – un’ora settimanale da dedicare alla lettura dei giornali – mi sono sentito più vicino a Gabriella, la coordinatrice. Forse, però, il merito della Mastrocola è stato proprio quello di illustrare al meglio le due opposte e valide tesi in modo da aiutare il libero formarsi dell’opinione del lettore.

Ora che ci penso, può darsi pure che la mia leggera preferenza a favore dei giornali sia legata al ricordo di mio zio Giuseppe, di Milano. Negli anni 60, all’alba, preso il tram, si recava in ufficio alla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde e, ritirata la mazzetta dei quotidiani, selezionava e ritagliava gli articoli da porre sulla scrivania del Professor Giordano Dell’Amore, all’epoca presidente dell’istituto bancario. Il caro zio coltivava la passione dei giornali pure a casa. Rammento che quando, da studente, andavo a trovarlo, dopo che la zia Olmer ci preparava il caffè, la tavola si riempiva del dolce profumo della carta stampata. Tra una parola e l’altra, io e i miei quattro cugini facevamo compagnia allo zio Giuseppe, immerso nella lettura. Quando è mancato, i figli hanno trovato alcune valigie piene di cartelle, coi ritagli dei giornali, e di quaderni, ricchi di appunti e pensieri. Una passione civile che, in larga misura, mi appartiene. Omero, ed i classici in genere, vanno studiati a scuola, a prescindere. Guai a non farlo. Nell’economia dell’orario scolastico, però, forse è bene riservare, se non un’ora almeno qualche momento, alla acquisizione di un’abitudine che è essenziale al campo dei diritti-doveri di un cittadino.

Cordiali saluti

Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)

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