Egregio direttore, i fatti di questi giorni mi spingono a trarre alcune considerazioni che purtroppo per l'ennesima volta sono amare.
Tangentopoli non ci ha insegnato nulla , anzi ha contribuito a creare corpi estranei a quelli che dovrebbero essere per Costituzione quelli decisionali, ovvero la politica.
La politica ha abdicato al proprio ruolo, demandandolo a responsabili di settore, dirigenti, manager, persone queste mai elette da nessuno ma che sono a volte in grado di condizionare le scelte amministrative e di indirizzarne i percorsi. I fatti di questi giorni dimostrano che spesso sono portatori di corruzione e di malaffare e che il loro perdurare nella copertura di posti di responsabilità a lungo andare li rende intoccabili.
Dopo tangentopoli si è assistito ad un cambiamento di ruoli, anche l'amministratore di piccoli comuni non poteva più essere partecipe a scelte che riguardava la sua comunità, ad esempio un amministratore , quindi ritenuto un politico non poteva far parte della commissione edilizia, mentre un tecnico comunale ne poteva fare parte, anzi forse dirigerla e poi praticare di riflesso la libera professione, piccolo esempio ma che rende il senso della situazione che a lungo andare si è creata sia nelle piccole realtà che a livello governativo.
La politica ha perso il suo ruolo dirigente, si è assopita di fronte al vuoto che si è trovata attorno, in pratica ha smarrito la spinta propulsiva che era stata per anni la bussola per contribuire a costruire un paese migliore.
In quella situazione presero sempre più potere personaggi buoni per tutte le stagioni, gli scandali che emergono in continuazione sembrano rappresentare un punto di non ritorno, i politici con sempre meno potere passano , mentre i dirigenti restano.
La corruzione e i condizionamenti sono all'ordine del giorno, la denigrazione è quasi un obbligo verso quelle forze politiche, quei sindacalisti , quei cittadini che contrastano scelte e opere da parte dei governi , guai se uno si sogna di contrastare il manovratore di turno, è considerato un retrogrado che non vede le cose in senso positivo a loro dire.
Di Pietro ne è una conferma, un ministro che dava fastidio, uno a cui non è stato perdonato nulla, ma anche l'unico ministro dei Lavori Pubblici che è riuscito a mettere da parte il Dirigente Incalza, uno che era riuscito a stare al suo posto attraversando ben sette governi diversi.
Incalza era già stato coinvolto in tangentopoli e oggi è stato arrestato sullo scandalo delle grandi opere assieme ad altri 3 alti burocrati , in pratica uno che è stato in grado di chiudere il cerchio.
In Val di Susa quello che stà emergendo in questi giorni era scritto ed è scritto a grandi lettere sulle sue montagne.
Il nostro paese per uscire da questa situazione che sembra non avere mai fine ha bisogno di una rivoluzione culturale, di uno scatto d'orgoglio, altro che togliere ai lavoratori , ai cittadini quei diritti che gli permettevano di essere gli anticorpi sani della società
Gerelli Sante
Circolo Sinistra Ecologia e Libertà di Gussola