Un nuovissimo allestimento del capolavoro verdiano: La Traviata, vede il Teatro Ponchielli impegnato come Teatro capofila per OperaLombardia, debutterà venerdì 2 dicembre ore 20.00 (replica il 4 dicembre ore 15.30).
La direzione musicale è affidata al giovane e acclamato Enrico Lombardi, mentre la regia è di Luca Baracchini, che con il suo giovanissimo team creativo è risultato vincitore del Bando Under35 per il progetto di regia del titolo per il Circuito OperaLombardia 2022/23. Assolutamente da vedere!
Caro Spettatore,
che tu sia abbonato da tempo o che per te sia la prima volta a teatro, sono convinto che La traviata rappresenti una scelta confortevole. Se c’è, in fondo, qualcosa di noto e rassicurante in quest’opera è perché, dopo centosettant’anni di gloriosa rappresentazione, la love-story complicata fra una prostituta e un giovane di buona famiglia è diventata un topos narrativo popolare, comune nella cultura di massa ben oltre la lirica.
Per conto mio, sono intimamente convinto che la lunga e assidua frequentazione ci abbia assuefatti a Traviata e forse non devo scusami, caro Spettatore, se tutto quel che porteremo in scena fra poco sarà fatto nel tentativo di rendere la tua poltrona un po’ meno comoda. Vorrei che smettessimo di accontentarci di un epilogo retorico e moralmente accomodante, in cui una “Maddalena” redenta ascende al cielo come una pudica vergine.
Se Traviata è viva, oggi come centosettant’anni fa, chi vi assiste deve provare la contraddizione fra un pregiudizio che l’accompagna e un racconto che lo mette a nudo, davanti all’essere umano. Non c’è nella morte finale nulla di edificante, né di romantico, ma solo uno specchio crudele e desolante; non c’è un dramma borghese della comune morale, ma una tragedia intima dell’essere umano, “malato” di pregiudizio al punto di farne egli stesso opinione di sé. Violetta non muore rivendicando orgogliosamente la propria identità, ma incarnando quell’aspettativa sterile e ipocrita che le ha rovinato l’esistenza; si strugge ma non combatte, pare quasi alla ricerca di un meritato martirio che la riscatti dalla colpa. Decidi tu, amico Spettatore, se una colpa esiste o esiste solamente un pregiudizio che siede in poltrona insieme a noi. Luca
Note di regia di Luca Baracchini
venerdì 2 dicembre ore 20.00
domenica 4 dicembre ore 15.30
La Traviata
melodramma in tre atti. libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
personaggi ed interpreti
Violetta Valéry |
Francesca Sassu (2/12) Cristin Arsenova (4/12) |
Alfredo Germont |
Valerio Borgioni |
Giorgio Germont |
Vincenzo Nizzardo |
Flora Bervoix |
Reut Ventorero |
Annina |
Sharon Zhai |
Gastone |
Giacomo Leone |
Barone Douphol |
Alfonso Michele Ciulla |
Marchese d’Obigny |
Alessandro Abis |
Dottor Grenvil |
Nicola Ciancio |
Giuseppe |
Ermes Nizzardo |
Domestico di Flora, Un commissario |
Filippo Quarti |
direzione musicale Enrico Lombardi
regia Luca Baracchini
scene Francesca Sgariboldi
costumi Donato Didonna
luci Gianni Bertoli
CORO OperaLombardia
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
NUOVO ALLESTIMENTO
Coproduzione dei Teatri di OperaLombardia e Fondazione Rete Lirica delle Marche
Info:
platea/palchi € 60- galleria 40 – loggione € 22
biglietteria del teatro tel. 0372022001/02 (lun/ven 10-18 e sab/dom 10-13); biglietteria@teatroponchielli.it
teatroponchielli.it
Caro spettatore,
tra poco daremo nuovamente vita all'opera più conosciuta e rappresentata dell'intero repertorio lirico. È molto bello che una partitura di questo valore sia così intrinseca non solo di chi la interpreta ma anche di chi la fruisce. Sono sicuro, infatti, che citando l'inizio di alcuni passi de La traviata la nostra mente riesce ad associare facilmente quelle parole alla musica che le riveste: “Amami, Alfredo”, “Libiamo ne' lieti calici”, “Parigi, o cara”... Lo stesso accade quando pensiamo a un monumento o a un dipinto estremamente famoso, oppure a una celebre opera letteraria: chi non ha in mente, per rimanere in Italia, i primi versi della Commedia dantesca o l'incipit de I Promessi Sposi?
Che cos'hanno in comune queste diverse forme d'arte, oltre al fatto di essere patrimonio di tutti noi? A costo di dire una banalità (che, però, è essenziale), esse nascono da una chiara concezione dell'artista e arrivano a noi con un'architettura e una forma ben definite.
Proviamo a immaginare lo stupore e il disorientamento se l'inizio della Commedia venisse alterato (o peggio, tagliato); o se una parte della Monna Lisa fosse sottoposta a qualche ritocco con l'intenzione di migliorarla. Qualcuno, inoltre, potrebbe mai pensare di togliere qualche mattone “di troppo” dal Colosseo?
E La traviata, cui spesso tocca la sorte di essere tagliata qua e là?
Mi sono chiesto come potrebbe risultare se eseguita in forma completa con tutti i “mattoni” al proprio posto. Forse varrebbe la pena illuminare davvero i numerosi dettagli, i piccoli preziosismi scritti – o se vogliamo, i “colori” – di questo grande quadro. E forse potremmo scoprire che, contrariamente a quanto si dice di solito, La traviata non soltanto “si sa”, ma si può anche (ri)studiare.