Pianeta Migranti. L'appello perchè l’Italia non diventi il Paese dei lager
E’ l’appello rivolto da 80 associazioni e organizzazioni della società civile al Presidente della Repubblica perché blocchi il decreto-legge sulla stretta all’immigrazione che il ministro Salvini sta preparando.
Le associazioni chiedono al Presidente Mattarella di non firmare il decreto-legge “in materia di rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, immigrazione e di cittadinanza” in quanto “ridisegna i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico e sociale e realizza un processo di criminalizzazione dell'immigrazione e di istituzionalizzazione del razzismo.”
Nel merito, si contestano i seguenti punti:
- Abolizione della prevalenza della protezione e della presunzione di non colpevolezza. Secondo la normativa attuale, la tutela delle persone da persecuzioni e gravi rischi per l'incolumità personale viene prima rispetto a ogni altro procedimento. Secondo lo schema di decreto invece, il richiedente asilo che ha in corso anche solo un'indagine a seguito di denuncia, deve essere rimpatriato (mettendone a rischio la vita). Può però, riaprire la procedura della richiesta d'asilo (rimanendo nel proprio paese) qualora venga assolto e, ovviamente, se è sopravvissuto. Viene così cancellata la presunzione di non colpevolezza prevista dalla nostra Costituzione e dai trattati internazionali.
- Negazione del principio del diritto universale alla difesa in giudizio.
Per la Costituzione, il diritto alla difesa è garantito anche a chi è sprovvisto di risorse economiche, tramite l'istituzione del patrocinio a spese dello Stato. Lo schema di decreto invece, prevede che se il ricorso sarà considerato ‘inammissibile o improcedibile’ nessuna spesa sarà anticipata ai legali.
- Cancellazione della uguaglianza giuridica di tutte le cittadine e i cittadini.
Lo schema di decreto prevede che i ‘cittadini stranieri’, pur avendo la cittadinanza italiana, potranno vedersi revocare la cittadinanza (e i diritti ed obblighi che ne derivano) per alcuni gravi reati. Ciò non avviene per i reati compiuti da ‘veri italiani’. Verrebbe meno il principio di uguaglianza davanti alla legge e avanza una concezione etnica dello status di cittadino che ci rimanda alla triste epoca delle leggi razziali.
- Proliferazione di centri di detenzione amministrativa "straordinari" ed elusivi.
I cittadini stranieri, per legge, possono essere sottoposti alla detenzione ‘amministrativa’. Lo schema di decreto, amplia il termine di permanenza (da 90 a 180 giorni) all'interno dei CPR, (centri per il rimpatrio); prevede in alcuni casi l'applicazione della misura detentiva all'interno di qualsiasi ‘struttura idonea’. Ma “la moltiplicazione incontrollata di questi luoghi di detenzione e la loro conseguente elusività sia geografica che giuridica potrebbero ulteriormente ostacolare l'operato degli organismi di controllo giurisdizionale e far evaporare quelle seppur minime garanzie poste a rispetto della dignità umana dei trattenuti”. Numerosi rapporti hanno già dimostrato le condizioni degradanti per la dignità umana di questi centri!
- Eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari ed esclusione sociale. Per la normativa vigente le Commissioni Territoriali e le Questure possono valutare e disporre, il rilascio di un permesso per "gravi motivi di carattere umanitario." Nello schema di decreto questa possibilità è eliminata, anche se si riconosce l'esigenza di individuare e dare apposita copertura normativa a casi eccezionali di tutela dello straniero.