“Confronto a più voci per ricostruire i fatti ed individuare le
responsabilità di Governo e Regione Lombardia. Un fatto di civiltà
per non occultare la verità”.
La pandemia Covid-19 ha sconvolto e sta ancora sconvolgendo il
mondo, ha fatto vacillare l’idea di progresso e di autorevolezza della
scienza, ha messo in luce la precarietà non solo del lavoro, ma della
vita stessa mostrando come la morte possa ripiombare come presenza e
minaccia costante nella vita quotidiana.
Nel dramma generale che si consuma in questa fase della vicenda umana,
la storia delle migliaia di vittime del Covid di Alzano, di Nembro,
di Codogno e di Bergamo è stata subito definita una strage, come
strage è stata chiamata la moria di anziani nelle RSA a partire dal
Trivulzio come tale l’hanno sentita i parenti delle vittime
trasformando il dolore e il lutto della singola morte in una volontà
collettiva di costruzione di una memoria pubblica che stabilisca le
responsabilità politiche e sanitarie di questo tremendo evento,
avvenuto nel cuore dell’Europa, in una Regione ricca come la Lombardia
e in un paese che all’art 32 della Costituzione recita che “la
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività”. Giustamente i primi
referenti sono stati i Tribunali a cui i parenti si sono rivolti in
modo
collettivo o individuale. Ma dalle prime risposte di questo percorso,
che deve essere perseguito con tenacia, emerge la sua insufficienza a
far emergere in modo chiaro ed evidente le connessioni fra la strage e
le responsabilità individuali, a partire dalla lentezza dei processi e
anche da qualche incomprensibile archiviazione che già si è verificata
e che non promette bene per il futuro.
Alla fine le responsabilità sono politiche, sia della situazione
sanitaria pregressa che ha indebolito il nostro sistema sanitario e lo
ha reso incapace di affrontare il virus, sia delle decisioni prese nel
contesto immediato dopo i primi casi, quando si doveva decidere se
dichiarare o no le zone rosse che hanno coinvolto Comune, Regione
Governo.
Giustamente per fare chiarezza politica è stata avanzata la richiesta
di una Commissione parlamentare di inchiesta.
La storia della nostra Repubblica è stata disseminata nei suoi snodi
più problematici dal lavoro di queste commissioni (terremoti, il
Vaiont, il sequestro Moro, la P2, le stragi fasciste. Etc) che hanno
prerogative, autorevolezza e poteri particolari ed accesso a dati e
documenti e molte di queste hanno dato risultati dirimenti per la
difesa
della Democrazia come quella presieduta da Tina Anselmi sulla P2.
Tutti dovrebbero essere interessati a questa ricerca di verità e di
giustizia. Invece furbescamente la Commissione è stata istituita, ma
l’ambito delle sue ricerche ed indagini è stato limitato nel tempo,
prima del 20 gennaio del 2020 e dell’oggetto “i Paesi in cui il
virus si è manifestato inizialmente”.
Per questo come Partito DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA LOMBARDIA
siamo in prima fila a contribuire anche con
questa iniziativa a Bergamo a rafforzare la mobilitazione e la
condivisione pubblica affinchè una vera Commissione di inchiesta
Parlamentare vada costituita, è un fatto di democrazia, di ricerca
della verità, che non solo ripristina una narrazione corretta e giusta
su ciò che è successo a Bergamo ma è la premessa per difendere in
futuro la salute dei cittadini, per non permettere che il nostro
servizio sanitario pubblico sia distrutto e sia sempre più impreparato
ai futuri sviluppi di questa epidemia e alle altre possibili epidemie,
che si possono determinare grazie a questo sistema del capitalismo
finanziarizzato, estrattivista e nemico dell’ambiente.
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