La Slovacchia farà senz’altro la sua parte nell’affrontare i problemi dell’estremismo religioso e del terrorismo che si nascondono nell’Islam, ricordando che questi due fenomeni non sono tanto un problema dell’Islam come religione, ma sono piuttosto deviazioni legate alla globalizzazione, alle migrazioni e ai problemi sociali. Lo ha detto il Ministro degli Affari esteri ed Europei Miroslav Lajcak in un incontro con gli ambasciatori dei paesi arabi a Bratislava la scorsa settimana, in seguito all’allerta terrorismo in tutto il vecchio continente verificatesi dopo gli avvenimenti tragici di Parigi e l’attacco sventato in Belgio. La Slovacchia, ha sottolineato, respinge ogni intolleranza razziale o religiosa, il radicalismo, il fondamentalismo e il collegamento del terrorismo all’Islam. Con i capi delegazioni di Egitto, Palestina, Kuwait, Iraq e Libia, Lajcak ha discusso dei problemi politici dell’Islam, del radicalismo e dell’abuso della religione a scopo terroristico. Nella lotta in corso, ha detto Lajcak, Occidente e mondo islamico «stanno dalla stessa parte e solo uno sforzo congiunto può portare a dei risultati».
Sulla lotta al terrorismo è intervenuto anche il Primo ministro Robert Fico, che sabato ha detto alla radio nazionale RTVS che i paesi dovrebbero avere il diritto di adottare leggi che danno mano libera alla polizia per raccogliere informazioni sulla vita privata delle persone che comportano potenziali rischi. Per come va ora il mondo, e in seguito a diversi eventi, siamo costretti ad adottare regole diverse per determinate categorie di persone per quanto riguarda privacy, conti bancari, telefoni, ha spiegato il Premier.
Il Ministero degli Interni ha informato di recente che non ci sono informazioni sulla eventuale partecipazione nelle forze dello Stato islamico e in paesi quali Siria e Libia, di cittadini slovacchi. Insomma, niente “foreign fighters” in Slovacchia per il momento.
Fonte: Buongiorno Slovacchia