Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 21.14

Auguri 'buon maestro' ! A Pietro Ingrao per i suoi 100 anni | M.Pezzoni

Con il '68 studentesco e la “Primavera” di Praga, la mia generazione ha avuto la fortuna di avere “buoni maestri”.

| Scritto da Redazione
Auguri 'buon maestro' ! A Pietro Ingrao per i suoi 100 anni | M.Pezzoni

Tra questi Pietro Ingrao è stato uno dei più importanti e affascinanti, insieme ad Enrico Berlinguer, Vittorio Foa, Altiero Spinelli, Danilo Dolci, Norberto Bobbio, Riccardo Lombardi, Lelio Basso, Rossana Rossanda, Adriana Zarri, Ernesto Balducci. Se la sinistra politica italiana ha saputo aprirsi alle nuove dinamiche sociali, superare la logica dei blocchi militari contrapposti, criticare il totalitarismo sovietico, sconfiggere il terrorismo, introdurre il primato della libertà di pensiero e di coscienza,  camminare sulle strade di una democrazia capace di innovazione istituzionale sviluppando le potenzialità ancora inespresse della nostra Costituzione, lo si deve a personalità come Pietro Ingrao.

Se chi come me, giovane fondatore a Cremona della LOC, Lega obiettori di coscienza ispirata a don Milani e Primo Mazzolari, nei primi anni '70 guarda con interesse al PCI, è grazie al magnete rappresentato dal pensiero lungo  di Ingrao.

Certo nella recente storia italiana abbiamo avuto anche cattivi maestri. Cattivi mestri, senza nome e cognome, sono stati e sono l'indifferenza, il cinismo, il conformismo, il clientelismo da un lato, l'estremismo, il ribellismo violento, le tendenze eversive dall'altro. Pietro Ingrao si è battuto per democratizzare il volto oscuro e oligarchico del potere, per un riformismo non imposto dall'alto ma partecipato, per dare un senso alle nostre vite e proporre un'etica civile alla politica. La sua vena poetica nasce da qui, da una interiorità umana che non accetta di essere fotocopia dell'esistente.

Caduto il Muro di Berlino, la sinistra europea si è trasformata ma anche di nuovo divisa. La stagione delle “terze vie” intuita da Ingrao è stata schiacciata o addomesticata  dalla forza della globalizzazione. Superata nelle forme storiche, la “Lezione” di Ingrao è un invito a cercare ancora, dentro e fuori di noi, il luogo storico della speranza. Questo luogo è per lui la poesia che nasce dalle viscere della coscienza. Questo luogo per noi tutti è, o dovrebbe essere, la nostra storia comune che attende sempre una rigenerazione, un riscatto, un nuovo giorno.

Auguri Pietro! E grazie....  

Marco Pezzoni (Cremona)                                                 

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