Martedì, 30 aprile 2024 - ore 17.39

CollettivaNews COP28: COMPROMESSO AL RIBASSO

Il testo finale della #Cop28, il Global Stocktake, riconosce la necessità di ridurre le emissioni ma ha ceduto alle richieste dei Paesi petroliferi

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CollettivaNews COP28: COMPROMESSO AL RIBASSO

 CollettivaNews COP28 Altro che accordo storico, è un compromesso al ribasso

Il testo finale della Cop28, il Global Stocktake, riconosce la necessità di ridurre le emissioni ma ha ceduto alle richieste dei Paesi petroliferi

 SIMONA FABIANI

Stamani alle 6.30 sono usciti i nuovi testi proposti dalla presidenza della Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici dell’Onu in corso a Dubai su cui cercare il consenso. Quello più atteso era il Global Stocktake. Il testo che è stato approvato ha ceduto alle richieste dei Paesi petroliferi di non fare riferimento all’uscita dalle fonti fossili.

 In sostanza è un compromesso al ribasso, non rappresenta l’ambizione e la radicalità che sono necessarie. Riconosce la necessità di ridurre rapidamente le emissioni di gas serra in linea con il percorso dell’1,5°C e invita le parti a contribuire agli sforzi globali, ma le modalità indicate per ridurle non sono adeguate: transitioning away (transizione) dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo (i tempi si dilatano rispetto al phase out e si parla solo del settore energetico non di tutti i settori). 

E ancora: triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030 a livello globale, ma senza finalizzare lo sforzo a ridurre l’utilizzo delle fonti fossili; riduzione, e non uscita, dell’energia prodotta dal carbone senza abbattimenti (CCS), mantiene tutte le false soluzioni, riconoscendo il ruolo di nucleare, delle tecnologie di abbattimento e rimozione come la cattura e lo stoccaggio del carbonio e dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio (compreso quello prodotto da nucleare e da fossili) per ridurre le emissioni; eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili inefficienti, che non affrontano la povertà energetica o la transizione.

Con un esplicito riconoscimento dei carburanti per la transizione (leggi gas) nella transizione energetica e per assicurare la sicurezza energetica. Questo linguaggio, unito al fatto che comunque gli impegni assunti nelle conferenze sul clima sono sempre non vincolanti e non sanzionabili, permetterà non solo ai Paesi produttori, ma anche a quelli consumatori, l’uso di fonti fossili con l’illusione che le emissioni si potranno catturare e stoccare (adesso la CCS assorbe solo lo 0,1 per cento delle emissioni) e che il consumo di energia potrà continuare a crescere affiancando le fossili, le rinnovabili e il nucleare.

Il testo fa riferimento alla scienza ma adotta le soluzioni che la scienza ci indica e non fa riferimento al picco delle emissioni nel 2025. È un lasciapassare per il business as usual, senza nessuna critica o accenno al cambiamento del sistema capitalista ed estrattivista che sta portando l’umanità al disastro ecologico e sociale.

 Anche per la finanza il testo riconosce l’enorme divario fra le risorse necessarie per la mitigazione e l’adattamento e il fondo Loss&Damage per i Paesi in via di sviluppo, ma non riesce a colmarlo, non prevede impegni di finanza pubblica per garantire una giusta ed equa transizione con interventi nei servizi pubblici, nei settori strategici per la transizione e nelle rinnovabili.

 Il programma di lavoro per la giusta transizione ha trovato un equilibrio fra le contrapposte posizioni, mettendo insieme equità, giustizia sociale, diritti del lavoro e protezione sociale, quest’ultima inserita anche nel testo sull’adattamento ma lavoratori e i sindacati sono completamente tagliati fuori dal testo del GST. Una grave presa di posizione contro lavoratori formali e informali, coloro che rappresentano il motore del cambiamento e senza i quali nessuna transizione sarà possibile. 

Poteva andare meglio, poteva andare peggio? Non è questo il punto. La finestra per restare entro il 1,5°C si sta per chiudere e non abbiamo bisogno di parole ma di azioni concrete, radicali, urgenti, e questo testo non ci dà nessuna rassicurazione in tal senso. 

 

 

 
 
 
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