(CR) DONATO A ORIELLA DORELLA UN RITRATTO DELLA PITTRICE AGOSTI NELL’AMBITO DI “IN CANTÙ DANZA”
CANTÙ. Sì è svolta, nell’ambito del Festival “In Cantù Danza”, presso la suggestiva cornice dell’Ex Chiesa di Sant’Ambrogio una serata d’onore dedicata a Oriella Dorella, persona dal raro fascino e dalla profonda umanità, étoile del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano e insegnante di ballo. Davanti alla celebre ballerina sono sfilati gli abiti firmati Tabu e i costumi creati da Daniela Archesso e si sono svolte le performance di danza di Luca Contini e Carlo Massari.
Durante il gala la pittrice cremonese Dania Agosti ha donato a Dorella un ritratto che la grande artista ha mostrato di apprezzare particolarmente. «È stato un momento molto emozionante – spiega Agosti – ma Oriella ha il dono di sapere mettere tutti a proprio agio». Infatti, la danzatrice non si è sottratta a nessuna delle domande che le sono state rivolte durante la manifestazione, organizzata da Marina Maghetti e Luigi Lambresa. L’étoile ha anche visitato e apprezzato la mostra, curata dal critico Simone Fappanni, “Camminare sull’acqua e dentro a una fiamma”, il cui titolo è ispirato a una celebre frase con cui Federico García Lorca definisce chi danza, della mostra collaterale alla prima edizione del Festival “Cantù in Danza”. In esposizione si possono ammirare una trentina di opere di artisti contemporanei ispirate all’universo del balletto. Si tratta di Martina Sacheli, Giorgio Denti, Dania Agosti, Lorenzo Vale, Loredana Fantato, Emanuela Artemi, Giovanna Ferrari, Cinzia Ossani, Nicoletta Gentili, Ennio Sartori, Giorgio Carletti, Angela Tartamella, Riccardo Bozuffi, , Elena Bianchi, Agnieszka Trotta e Aldo Barlassina. «La raffigurazione della danza – ha spiegato Fappanni – ha origini antichissime. Basti pensare che anche nelle incisioni rupestre e in altri manufatti d’epoche remote il ballo, specie con connotazioni rituali e simboliche, ha trovato rappresentazioni suggestive e intriganti. Ma anche che maestri cronologicamente più vicini ai nostri giorni hanno dipinto la danza, si pensi, a titolo esemplificativo, a Pablo Picasso, che dedica al soggetto anche diverse opere del periodo cubista, e Diego Rivera, a conferma della centralità del tema. Anche nella mostra allestita a Cantù ritroviamo questo spirito, con artisti che ora definiscono in modo plastico i corpi ora in maniera più libera e audace, in un alternarsi di segno, forma e colore che possiede il dono della pura evocazione mimetica».