Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 22.40

CREMA - PARENTOPOLI DI PANDINO :LA GAMONDI ANCORA SOTTO I RIFLETTORI E POLEMICHE

''PARENTOPOLI'' ALLA MATERNA DI PANDINO E IL CDA ''INFUOCATO''

| Scritto da Redazione
CREMA - PARENTOPOLI DI PANDINO :LA GAMONDI ANCORA SOTTO I RIFLETTORI E POLEMICHE
«Dimissioni immediate: non è accettabile che un’istituto storico del paese com’è la Fondazione Calleri Gamondi (Pandino, CR), che gestisce la scuola materna paritaria comunale, venga trasformato in un poltronificio per parenti».
Così la minoranza del Gruppo civico chiede che Roberta Bosa, sorella dell’assessore al Commercio Riccardo, e Claudia Cappelletti, mamma del consigliere di maggioranza Alessandro Mariconti, si facciano da parte e lascino subito il nuovo consiglio d’amministrazione.
La nomina del cda (incarico di cinque anni a compenso zero) risale a sabato mattina, durante il consiglio via webcam che è stato veramente ''di fuoco''.
Ne fanno parte anche Benedetta Oleari, rappresentante dell’opposizione, mentre Lisa Anna Ardito e Claudia Marazzi consiglieri.
«La maggioranza a traino leghista, anche se numericamente ridotta al limite della tenuta del quorum, ha deciso in blocco di far diventare il consiglio di amministrazione della Calleri Gamondi per la prima volta una vera e propria parentopoli. Il conflitto di interesse certificato dalla presidente del consiglio Alessia Clerici attraverso la richiesta ai due consiglieri Bosa e Mariconti di lasciare l’assemblea consiliare per tutta la durata della discussione e confermato dalla segretaria comunale con diversi richiami,
ha innervosito la maggioranza».

Lo scontro è esploso durante la discussione dellOrdine del Giorno, relativo alla nomina del nuovo CdA della scuola dell’infanzia.

Un argomento molto sentito da tutti i consiglieri, che si sono confrontati con toni sempre più accesi finché la situazione non è praticamente degenerata.
Galimberti, nel corso dell'intervento ha attaccato il sindaco con un commento poco lusinghiero sul suo livello culturale. Successivamente, dopo un intervento del consigliere di maggioranza Mariconti – che durante la trattazione dell’argomento in questione si era scollegato dalla seduta per conflitto d’interessi, per poi ricollegarsi – Galimberti è intervenuto a gamba tesa, con un “Tu che c****o parli, che non dovresti nemmeno essere collegato?”.
La maggioranza ha subito proposto una mozione di censura per Galimberti e la presidente Alessia Clerici, che dopo aver calmato gli animi, ha stigmatizzato l’accaduto.
Erica Zaneboni ha gettato acqua sul fuoco prendendo le distanze a nome del gruppo.
 
A 24 ore dall’accaduto, il gruppo di maggioranza ha voluto condannare pubblicamente l’episodio con un comunicato stampa.
Dopo il comunicato,il 22 di dicembre arrivano le risposte della presidente del Consiglio Alessia Clerici e della neoeletta nel CdA della Fondazione Calleri-Gamondi Roberta Bosa.
La Clerici non ha digerito l’accusa di non essere super partes e all’altezza di gestire il dibattito, e ne dice tutte e di più al consigliere di minoranza.
 
“Le scuse al sindaco Piergiacomo Bonaventi dopo la mancanza di rispetto durante la seduta sono necessarie – ha detto – per stare in Aula non serve per forza la laurea, siamo tutti rappresentanti dei cittadini e lui è il sindaco di tutti. Lo stesso dicasi per il consigliere di maggioranza Alessandro Mariconti, cui si è rivolto usando una parolaccia. Si scusi anche con me perché, nel momento in cui gli ho ceduto la parola, non mi aspettavo un linguaggio maleducato e ho chiesto più di una volta di moderare i termini. Mi ha inoltre accusato di non essere super partes, ma non è così, sono intervenuta anche con la maggioranza. Peraltro non ha partecipato alla simulazione della votazione da remoto, l’unico, dimostrando poca voglia di collaborare. Il fatto che la sua stessa collega Erica Zaneboni abbia preso le distanze lo dovrebbe far riflettere, ha mancato di rispetto anche ai consiglieri del suo gruppo e dovrebbe scusarsi anche con loro. Infine voglio precisare che Mariconti era disconnesso finché non si è votato. Peraltro per legge lui e l’assessore Riccardo Bosa non erano obbligati a non assistere, ma lo hanno fatto lo stesso”.
 
“Non mi dimetto”
L’invito a dimettersi, rivolta alle neoelette nel CdA Roberta Bosa e Claudia Cappelletti è stato respinto da entrambe, ma Bosa picchia duro.
“Io sono diventata membro del CdA della Fondazione nel maggio 2017 – ha scritto in una nota – come rappresentante dei due gruppi di minoranza (nel caso qualcuno non ricordasse, nessun Bosa era in Consiglio comunale) e posso vantare qualche anno di esperienza in questo ruolo. Come l’attuale minoranza ben sa, con tutto il CdA ho collaborato in questi anni affinché la Fondazione fosse gestita al meglio e di concerto con le mie colleghe mi sono adoperata per superare le sfide e attuare i miglioramenti che la passata e la presente Amministrazione comunale conoscono bene. Detto questo, la disponibilità che ho scelto di dare tre anni fa circa, non si è affievolita né tantomeno è venuta meno, motivo per cui ho scelto di ricandidarmi: il termine anticipato del mio primo mandato non è dipeso da una mia volontà e il mio desiderio era ed è tutt’oggi quello di impegnarmi in prima persona per la gestione dell’Ente. In merito alle competenze necessarie per ricoprire il ruolo a me assegnato tengo a dire che oggi mi ritengo più che mai interessata al mondo delle fondazioni, in quanto la mia tesi magistrale si è incentrata sul filantropia e fondazioni italiane: questa approfondita ricerca mi ha permesso anche di pubblicare due articoli di settore relativi ad alcune delle interviste che ho redatto per il mio elaborato”.
 
“Da ultimo voglio precisare che, come molti altri pandinesi, ho frequentato a mio tempo asilo nido e scuola dell’infanzia presso la Calleri, e ho molto a cuore la missione educativa che la Fondazione svolge da decenni sul nostro territorio, motivo per cui, tre anni fa come oggi, ho scelto di impegnarmi in prima persona. Ecco perché non darò le dimissioni e il mio impegno non verrà meno solo per pregiudizi pretestuosi, dettati da una mancata conoscenza della mia persona e del mio impegno, sollevati da soggetti che mai si sono interessati alla Calleri e mai si sono messi in gioco per la stessa”.
Già a luglio 2020 membri del CdA si erano dimessi improvvisamente in massa per '' “mancanza di risposte concrete alle varie questioni poste” all’Amministrazione. “Un sostanziale disallineamento tra chi determina le linee strategiche e chi amministra pro tempore il patrimonio affidatogli, ha minato la solida base fiduciaria indispensabile per affrontare con responsabilità condivisa l’ordinaria e straordinaria gestione della Fondazione Calleri Gamondi.''
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