Nei giorni scorsi la Giunta del Comune di Cremona ha formalizzando l’adesione allo specifico accordo di collaborazione che l’Azienda Sociale del Cremonese ha sottoscritto con la Provincia, il Cisvol, il Forum provinciale e territoriale del Terzo Settore, le organizzazione sindacali più rappresentative e i soggetti gestori delle attività di accoglienza che prevede che i migranti ospiti di alloggi destinati all’accoglienza saranno impegnati , sotto forma di volontariato, in servizi e attività utili alla collettività.
Li ho visti in questi giorni armati di rastrelli, guanti e giubbini rifrangenti a raccogliere le foglie in mucchi poi asportati dagli addetti dei servizi ambientali.
I commenti dei cittadini che ho raccolto sono stati diversi. Dalla soddisfazione a vedere i migranti impegnati in queste umili attività, alla irritazione, di chi con volgarità, li spedirebbe nelle loro nazioni di origine.
Su questa questione in molti si erano impegnati, a partire dalla Caritas diretta con intelligenza da Don Pezzetti, ed anche il nostro sito aveva più volte posto il problema e fatto interviste all’assessore Rosita Viola che ha operato con competenza per portare a casa questo importante risultato.
Prima di tutto quindi, secondo la regola dare a Cesare quel che è di Cesare, va espressa soddisfazione per questa decisione che sicuramente farà arrabbiare tutto coloro che puntano invece allo scontro sul tema dell’immigrazione e dei migranti.
L’impegno dei migranti accolti ed ospitati dalle nostre comunità in attività utili alla collettività è il primo elemento che consente di far crescere il rispetto ed il senso del bene comune e di legarli alle nostre abitudini e culture.
Questo lo dice la storia, oltre che i sociologi che studiamo i comportamenti umani. Le nostre comunità italiane all’estero sono anche cresciute, integrate ed oggi rispettate perché hanno messo a disposizione, volontariamente, il loro tempo in attività dei paesi che li avevano accolti.
Certo non tutto viene risolto con questo ma è un passo importantissimo verso un modello di integrazione che permetterà agli immigrati di comprendere la nostra società, i nostri costumi, ed assieme alle virtù italiche i nostri difetti che non sono pochi.
Gian Carlo Storti (Cremona)
La mia lettera è stata pubblicata sul giornale La Provincia martedì 8 dicembre con questo commento del Direttore : 'Credo che l’integrazione sia una cosa seria, delicata e molto difficile da raggiungere anche perché —sarebbe ipocrita nasconderlo —il clima che si respira sulla questione migranti è davvero pesante. Concordo con lei quando sostiene che i lavori socialmente utili svolti volontariamente dai migranti ospitati a Cremona sono un piccolo passo nella direzione giusta. Aggiungo che qualsiasi viaggio —anche quello più lungo e difficile —comincia con un piccolo passo'.