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Cremona, ripresa post-Covid: per il Presidente Gian Domenico Auricchio “Fondamentale attuare interventi pubblici che favoriscano la ripresa della domanda”

“La nostra provincia è una di quelle più colpite dall’epidemia anche da un punto di vista economico, e i risultati sia dell’indagine congiunturale che dell’indagine sugli effetti del Covid-19 sulla nostra struttura produttiva lo evidenziano drammaticamente”.

| Scritto da Redazione
Cremona, ripresa post-Covid: per il Presidente Gian Domenico Auricchio “Fondamentale attuare interventi pubblici che favoriscano la ripresa della domanda”

Cremona, 12 giugno 2020 - Il 95% delle imprese industriali cremonesi che ha risposto al questionario erano attive e l’84% del totale ha dichiarato di aver subito impatti di tipo economico ed il 72% di tipo organizzativo. Riguardo alla natura delle conseguenze, per quasi un’impresa su due l’aspetto più penalizzante è stato il ridimensionamento degli ordinativi, seguito dalla limitazione imposta all’attività (per il 20%) e, per un’impresa su dieci, la carenza di liquidità e le ripercussioni sulle catene di approvvigionamento.

Gli ordini acquisiti da febbraio in avanti sono stati dichiarati in diminuzione per oltre l’80% delle industrie cremonesi e la stessa quota di aziende ha denotato, nello stesso periodo, un calo del fatturato. La produzione, calata complessivamente del 8,6% rispetto all’anno prima, ha comportato una modifica della struttura organizzativa per il 60% delle imprese e delle modalità di approvvigionamento per poco meno di un’azienda su due. Le industrie cremonesi hanno reagito al calo produttivo in massima parte (68%) riducendo l’attività e solo in minima parte convertendola (2%); il 6% ha dichiarato di aver potuto aumentare la produzione. 

Circa il 40% delle imprese intervistate sono andate in sofferenza e stanno incontrando crescenti problemi finanziari e di liquidità, a causa dei consistenti cali di fatturato e del blocco delle attività.

La necessità di far fronte alla pandemia ha costretto molte imprese a rivedere la propria attività a ricercare nuovi sentieri di sviluppo. Le strategie in questo senso sono improntate in massima parte alla ricerca di nuovi clienti, per il 73% delle imprese, ma tre aziende su dieci puntano ad una diversa organizzazione del lavoro ed il 20% mira all’innovazione, cercando di creare nuovi prodotti e/o nuovi servizi. 

Infine, gli interventi da parte delle istituzioni reputati più efficaci per fronteggiare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria riguardano in massima parte (64%) il supporto finanziario con agevolazioni per il credito. Quasi la metà delle imprese auspica una sospensione o una moratoria delle imposte e circa un terzo giudica di grande importanza un ampliamento degli ammortizzatori sociali ed un sostegno al reddito a ristoro dei danni subiti. 

"Come Camera, - afferma il Presidente Gian Domenico Auricchio - oltre a continuare ad assicurare tutti i servizi durante il lockdown, grazie all’Accordo per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo, abbiamo mobilitato importanti risorse a favore delle nostre imprese, per supportarne fattivamente la ripartenza , con bandi volti ad abbattere il costo degli interessi delle operazioni di finanziamento e iniziative volte ad abbattere le spese necessarie a ripartire in sicurezza e a favorire gli investimenti in tecnologie digitali.

Questi sono però interventi di “primo soccorso”, che dovranno necessariamente essere seguiti da interventi di più ampio respiro: per garantire la ripartenza delle nostre imprese e la tenuta del nostro sistema sociale, è fondamentale sostenere la liquidità delle imprese e attuare interventi pubblici che favoriscano la ripresa della domanda.

Servono interventi in grado di stimolare i consumi dei privati e servono investimenti pubblici. Servono investimenti sulla nostra rete autostradale e stradale, sulla sistemazione dei ponti sul Po, sulla rete ferroviaria: sono anni che tutti gli enti pubblici e le Parti sociali segnalano questa emergenza che ora diventa ineludibile.

Servono investimenti tecnologici: l’emergenza legata al Covid-19 ha reso indispensabile l’utilizzo di tecnologie informatiche ma questo ha evidenziato la carenza di reti tecnologiche efficienti su buona parte del nostro territorio, e il conseguente rischio di un’ulteriore marginalità.

Ci aspetta una nuova stagione, che sarà sicuramente difficile e complessa, ma che sta a noi affrontare, con l’orgoglio di un territorio che, se pur martoriato dall’epidemia, vuole ripartire, e deve essere aiutato a farlo con gli interventi infrastrutturali necessari, perché gli effetti della pandemia sui bilanci aziendali non si ripercuotano in modo devastante sull’occupazione e quindi sulla tenuta sociale".

 

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