Sabato, 04 maggio 2024 - ore 20.10

La buona scuola è scesa in piazza. ‘Riforma sì, ma non così’

La buona scuola in piazza, in sette città, dove si sono ritrovati docenti, dirigenti, personale Ata, genitori, studenti, raccolti intorno ai sindacati più rappresentativi dopo avere chiuso le scuole per sciopero

| Scritto da Redazione
La buona scuola è scesa in piazza. ‘Riforma sì, ma non così’

La scuola è il luogo di incontro delle diversità, dei mille colori, del pluralismo, ma oggi ha avuto una sola voce. “Riforma sì, ma non così”. La buona scuola oggi era in piazza, in sette città, dove si sono ritrovati docenti, dirigenti, personale Ata, genitori, studenti, raccolti intorno ai sindacati più rappresentativi dopo avere chiuso le scuole per sciopero. Volti sorridenti di chi ama il proprio lavoro e di chi spera che lo studio gli dia delle chance, questo abbiamo visto in piazza, l’allegria di chi crede che cambiare è possibile, di chi ha molto da dire e pretende più ascolto. In piazza il mondo della scuola ha portato la passione, l’orgoglio, la competenza con cui affronta le mille difficoltà quotidiane, mai risolte da presunte riforme che si inseguono da più di 10 anni e si sono risolte in tagli, abbandono, precariato, incertezze e confusione. È strano che il presidente del consiglio e la ministra dell’istruzione non capiscano le ragioni di questo sciopero. Se guardassero bene i filmati delle manifestazioni vedrebbero l’anima della scuola che si è opposta a un provvedimento di legge senz’anima.

Roma“La scuola non è più disposta a essere presa in giro”, ha detto il segretario generale della FLC CGIL, Pantaleo, a Roma, “se vogliono davvero assumere 100 mila precari, facciano subito un decreto d’urgenza, altrimenti sono chiacchiere, e si discuta di più nel merito della riforma”. Anche sugli stanziamenti a favore della scuola di cui parla il Governo Pantaleo esprime dubbi: “Nel Def di soldi per la scuola non ce ne sono”.

Dopo anni di difficoltà e divisioni FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Gilda, Snals si sono ritrovati insieme per chiedere una scuola migliore: riforme, investimenti, fine del precariato, rinnovo del contratto. Sindacati che raccolgono i consensi di un settore con 1 milione di addetti, che hanno proposte e idee sono una faccia importante della democrazia.

Proprio Camusso ha parlato ai microfoni di Sky tg24: "Un governo che dice 'sono squadristi o non hanno letto', mi pare un governo che non ha argomenti. Qui c'è il mondo che la scuola la fa, il mondo degli studenti, il mondo degli insegnanti, il mondo del personale tecnico e e delle famiglie. Sarà una minoranza rumorosa del Paese, ma e' quella che costruisce il futuro del Paese".

Oltre a Roma si è manifestato  in altre 6 piazze italiane. Ad Aosta, Bari, Catania, Cagliari, Milano e Palermo. Alla base della protesta c'è l'urgenza di assumere il personale precario, che da anni garantisce il regolare funzionamento della scuola, su tutti i posti vacanti, ma anche la necessità di richiamare l’attenzione del Parlamento e di tutto il paese al grave rischio che si correrebbe approvando il ddl del governo così com’è o lasciando addirittura, ipotesi ancor più nefasta, che si andasse verso il decreto d’urgenza su tutte le materie contenute.

Nella notte prima dello sciopero sono entrati in azione gli studenti. Quelli di Rete e Udu hanno dato vita ad un flash mob davanti al Miur. Mentre Uds e Altra Scuola hanno esposto uno striscione sul balcone del Pincio, sovrastante piazza del Popolo a Roma con lo slogan "La scuola e la democrazia sono #nellenostremani".

Fonte: rassegna sindacale

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