“Lo storico via libera all’origine in etichetta per i prodotti lattiero-caseari, gli scenari possibili per il mercato, la costruzione nel territorio di percorsi virtuosi tesi a dare futuro alla nostra zootecnia”: questi gli input proposti per una ‘tavola rotonda’ particolarmente attesa, che vedrà dialogare agricoltura, grande industria, cooperazione, istituzioni. Interverranno il Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini, il Presidente di Coldiretti Cremona e del Consorzio Agrario Cremona Paolo Voltini, il Presidente di Confcooperative Cremona e di Latteria Soresina Tiziano Fusar Poli, l’industriale Antonio Auricchio, di Auricchio Spa. In apertura, il saluto dell’Amministrazione Comunale di Rivolta d’Adda. Il dibattito darà spazio a domande e sollecitazioni dagli agricoltori, in primis dagli allevatori, in un territorio in cui il latte rappresenta “l’oro bianco” della nostra economia (vale la pena di ricordare che, con ben 145mila vacche da latte, la zootecnia cremonese da sola produce oltre un milione di tonnellate di latte all’anno, circa il 10% del latte munto in Italia).
“La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio del decreto “Indicazione dell'origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari”, in attuazione del regolamento UE firmato dai ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha segnato un passaggio storico – sottolinea Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. Questo provvedimento, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, pone fine all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, come la metà delle mozzarelle, senza che questo sia stato finora scritto in etichetta”.
Il provvedimento entrerà in vigore pienamente dopo novanta giorni dalla pubblicazione. “L’etichettatura di origine per il latte uht e i prodotti lattiero-caseari – prosegue Voltini – è una grande vittoria per gli allevatori, per dare valore al latte italiano, e per tutti i cittadini, che chiedono trasparenza nell’informazione, così da avere vera libertà nella scelta del cibo che portano in tavola. Sta ora a tutti noi mettere a frutto la straordinaria opportunità che ci viene data, impostando, anche a partire dal nostro territorio, percorsi virtuosi tesi a promuovere e valorizzare appieno il prodotto autenticamente italiano, a partire dal riconoscimento di un’equa remunerazione per chi lo produce”.