Non passa giorno senza che i mass-media non abbiano a registrare fatti di malcostume, di appropriazioni indebite ai danni della collettività e quant’altro; ciò che fa specie non è tanto il fatto grave in se stesso, realtà che purtroppo è sempre esistita sin dai tempi di… Caino ed Abele, quanto che tutto ciò succede ad opera di chi dovrebbe invece impartire il buon esempio, e cioè dalle Istituzioni dello Stato le quali, lo dico a voce alta e senza paura di essere incriminato, sembrano non osservare quasi in toto il sesto comandamento evangelico che ci insegna di non rubare.
Che la Magistratura, anche per bocca dei suoi più alti esponenti, affermi pubblicamente in tv che, per i politici, rubare è diventato quasi un sport tanto che essi stessi non si vergognano di “praticare”, fa presagire che, di questo passo, il venefico seme faccia frutto e la nostra Repubblica debba cambiare anche l’articolo uno della Costituzione, indicando un tipo specifico di “lavoro”.
Il guaio è che ormai esiste una irreversibilità sistemica in seno alle Istituzioni, realtà che impedisce di fare pulizia a chi è demandato di fare detta pulizia, cioè l’elettorato, al quale, non solo è stato ridotta la facoltà di eleggere i suoi rappresentanti, ma gli è stato anche spento l’entusiasmo civico-culturale per farlo, come lo dicono i vari sondaggi: fra astensionisti, indecisi e quant’altro infatti, si potrebbe costituire un partito che potrebbe avere la maggioranza assoluta al primo turno.
Auguri povera Italia che hai come attenuante un’Europa che certo non ti insegna. E che, a mio avviso, è diventato un cimitero per elefanti, trasferiti questi ultimi dai vari paesi membri per non disturbare il manovratore. Almeno per quanto ci riguarda come Paese-Italia. Non faccio nomi, ma sono lì….che, da Bruxelles, sbraitano in tutti i talk-show anche per fornire lavoro facile ai giornalisti. Fatte salve le dovute eccezioni.
Come ho detto stamane Festa della Liberazione, in un convegno ANPI.
ARNALDO DE PORTI
Feltre-Belluno
