Sabato, 20 aprile 2024 - ore 04.44

A Cremona il tesoro, a Crema le briciole | Franco Bordo (Crema)

Viene da dire guardando alla distribuzione di risorse decisa da Regione Lombardia, in merito all'efficientamento dei servizi sanitari.

| Scritto da Redazione
A Cremona il tesoro, a Crema le briciole | Franco Bordo (Crema)

A Cremona il tesoro, a Crema le briciole | Franco Bordo (Crema)

Viene da dire guardando alla distribuzione di risorse decisa da Regione Lombardia, in merito all'efficientamento dei servizi sanitari.

Infatti a Cremona vengono assegnati tra i 200 e i 300 milioni per la costruzione di un nuovo ospedale, a Crema circa 9 milioni per lavori di manutenzione a quello esistente; i due nosocomi, con soli due o tre anni di differenza, sono stati realizzati nello stesso periodo.

Non ne faccio una questione di campanile ma di qualità e tipologia di servizi che potranno essere erogati nei prossimi anni ai cittadini della provincia, a quelli cremaschi in particolare, e non sono qui a rivendicare un nuovo ospedale per Crema.

Sono mesi oramai, che sentiamo dire che la pandemia ha svelato tutti i limiti e la debolezza di un sistema sanitario come quello lombardo, prevalentemente centrato sulla "ospedalizzazione".

Sono mesi che diciamo che è necessario correre ai ripari, che bisogna potenziare significativamente la medicina di prossimità, la sanità territoriale, che ci possa permettere di prevenire di più e di curare meglio, anche al proprio domicilio. Inutile aggiungere che è fuori di dubbio che ospedali di qualità ed efficienti siano indispensabili anche in un ottica di sviluppo della medicina territoriale, che però, per esistere,  ha bisogno di strutture e di personale.

Il fatto è che con la Delibera di Regione Lombardia, le risorse destinate a sviluppare servizi di qualità sui territori, quali i Presidi socio sanitari territoriali (PRESST) o Case della Salute, risultano limitate, mentre vengono concentrati importanti investimenti sugli edifici ospedalieri, tra cui Cremona.

Inoltre questa scelta, letta nel nostro ambito provinciale, desta una fortissima preoccupazione per noi cremaschi.

Investire 300 milioni sull'Ospedale di Cremona e quasi nulla su Crema, indica una strada: il rafforzamento del nosocomio cremonese, con progressivo indebolimento di quello cremasco.

Penso che sia chiaro a tutti che se oggi viene investita una così importante risorsa su Cremona poi questa scelta dovrà essere sempre più "giustificata", concentrando là servizi e prestazioni, temo a discapito dell'Ospedale di Crema.

Se non c'è equilibrio oggi, non ci sarà nemmeno domani.

Purtroppo il Territorio Cremasco, inteso come amministrazioni comunali e Area Omogenea, che paga una sorta di autoisolamento in cui si è cacciato e le divisioni al suo interno, non sta facendo sentire adeguatamente la sua voce.

Ciò mi preoccupa molto, perché è a partire dalle scelte di oggi che valuteremo quelle di domani, con l'impatto sulla qualità e l'entità dei servizi sanitari resi nel nostro territorio.

Franco Bordo - Crema

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