In merito all’ incontro tra i sindaci del territorio sul tema migranti sul sito del Comune di Crema appare questa nota che riportiamo integralmente
Il Prefetto ha espresso le proprie preoccupazioni e sollecitato i Comuni alla definizione delle rispettive posizioni, stante la circostanza che dal primo agosto (data del primo incontro nel quale è stato a grandi linee condiviso il modello della c.d. "accoglienza diffusa" nel territorio cremasco) non si è ancora addivenuti ad una intesa definitiva e, secondo il Prefetto, gli sforzi di accoglienza sono stati inferiori alle aspettative ed alle premesse.
I sindaci hanno rappresentato alcune difficoltà operative, ma anche la circostanza che sono in corso verifiche atte a prevedere ospitalità presso diverse realtà locali del nostro territorio.
Dopo ampia discussione fra tutti, i primi cittadini sono giunti ad un accordo operativo che reputano definitivo. Viene scelto il modello della “Accoglienza diffusa” e individuata Caritas Crema come soggetto gestore dell'accoglienza, secondo i parametri anche economici già definiti.
Vengono distribuiti due richiedenti asilo ogni mille abitanti, a valere per ogni municipalità. Questo aspetto, in particolare, è stato uno dei punti oggetto di particolare mediazione al fine di ottenere la più ampia convergenza sul testo.
L’assemblea ha voluto evitare la precedente formulazione che si riferiva all'area dei subambiti territoriali e ha definito che nei comuni fino a 1000 abitanti, per esigenze organizzative e gestionali, si potrà arrivare ad accogliere sino a 4 profughi.
Vengono confermati il carattere sperimentale dell'accordo e la sua validità sino al 31.03.2015, prevedendo pure, nel corso della vigenza del medesimo, momenti di confronto fra comuni, Prefettura e Caritas Crema al fine di tenere monitorato lo stato dell'arte.
Nel corso della settimana i Comuni che intendono aderire all'accordo ne daranno comunicazione, previa formalizzazione nelle modalità che ciascuna municipalità vorrà adottare.
L’accordo sarà operativo nei comuni firmatari, circostanza che, come precisato sin dall'inizio, non esclude il fatto che la Prefettura possa attivare canali di ospitalità e accoglienza con i privati, anche presso i territori non firmatari.