ADUC La guerra del ‘made in Italy’... come quella della ‘roba’
E’ in atto una sorta di guerra mediatica tra l’ex ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, e alcuni Sindaci ed esponenti di partiti dell’opposizione. La contesa è sulla dieta mediterranea e sul made in Italy. L’ex-ministro, prostato agli interessi della Coldiretti si è messo a difendere l’uso di questa dieta da parte di alcune multinazionali, mentre alcuni amministratori Pd gli hanno fatto presente che non è “roba sua” e che lo stesso governo che lui sostiene è tutto un “made in Italy” di qua e “made in Italy” di là.
Il delirio di onnipotenza che caratterizza il maggior partito al governo è diventato contagioso per gli altri partiti della maggioranza, visto che il nostro ex-ministro è anche il responsabile del suo partito (Lega) per le politiche agricole e turismo?
Può darsi.
A noi interessa sottolineare che ci sono alcune peculiarità italiane (che semplifichiamo in “made in Italy”) che, usate strumentalmente da una parte e dall’altra, possono diventare controproducenti di per sè e per chi se ne appropria.
Viviamo una politica ed un’economia in cui l’italianità (il “made in Italy”) è presentata come caratteristica delle destre che ci governano, contrapponendosi alle sinistre che dicono fanno opposizione e che vengono presentate - dalle destre - come coloro che non intendono valorizzare il “made in Italy”.
Ciò che nell’immaginario di questi politici dovrebbe esplicarsi, per esempio, in una tavolata di veri patrioti, vestiti con abiti della più rigorosa moda nostrale, che mangiano prodotti sanissimi ‘made in Italy’, dando lavoro ad altrettante industrie italianissime… ed un’altra tavolata di nemici della patria, vestiti come capita, che mangiano tipo bistecche e formaggi francesi, wurstel tedeschi/austriaci, stracotti di carne tipici dei Paesi dell'est europeo, tutta roba importata e, per definizione dei patrioti, malsana…. tranne le tavolate toscane ed emiliano-romagnole… ché lì anche la maggior parte delle aziende agricole son rosse.
Questa pratica e fiosofia di vita porta all’aberrazione di quanto dice il nostro ex-ministro, sostenuto (anche col silenzio) dai ministri in carica.
L’errore di fondo è credere che il “made in Italy” sia sinonimo di nazione… per cui, per esempio, chi come lo scrivente opera tutti i giorni per superare il nazionalismo italiano a favore del federalismo europeo ma senza per questo non amare, valorizzare, usare, consumare e stimolare le tipicità, non può che essere considerato, a prescindere, un traditore, uno che fa il gioco del nemico che loro stessi si sono creati per dar valore a se stessi.
Se chi ci governa volesse veramente essere governo di tutti gli italiani e non - come spesso accade - espressione del potere della maggioranza, avrebbe dovuto riflettere molto prima di riscrivere i nostri ministeri appropriandosi delle tipicità dei nostri territori. Che sono tali senza colore politico e di partito. Aver fatto queste scelte, anche lessicali, porta a far uso non solo schizofrenico dell’italianità, ma anche ad usare questa stessa contro tutti, inclusi quelli che si dice di voler difendere e valorizzare.
Nel caso del sen. Centinaio, è successo che, volendo riaffermare il proprio controllo onnipotente, in accordo con la maggiore corporazione degli agricoltori, il nostro si è ritrovato a promettere “tuoni e fulmini” contro chi non si fosse assuefatto al suo “made in Italy”. Il tragico e il ridicolo sono minime conseguenze…
Vincenzo Donvito Maxia - presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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E’ in atto una sorta di guerra mediatica tra l’ex ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio,e alcuni Sindaci ed esponenti di partiti dell’opposizione.
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