“Fermare la guerra del terrore costruire processi di pace” Quinto incontro venerdì 5 agosto ore 19,30 con Carla Bellani presidente Acli Emanuela Ghinaglia presidente Arci
Il 6 agosto 1945 alle ore 8,15 l’aereonautica militare statunitense sganciò la prima bomba atomica, chiamata “ Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima. Tre giorni dopo fu colpita la città di Nagasaki. Da allora le guerre sono diventate più tecnologiche ma hanno continuato a colpire e uccidere un numero crescente di popolazione civile. Di fronte all’intervento militare in Libia da parte dell’aviazione statunitense, intervento appena iniziato, ci chiediamo qual’è il reale coinvolgimento dell’Italia. Ci chiediamo se il Governo italiano stia rispettando l’articolo 11 della nostra Costituzione. Ci chiediamo se non debba essere il Parlamento a definire e decidere il ruolo dell’Italia nei conflitti che stanno insanguinando la sponda Sud del Mediterraneo e il Medio Oriente. Di fronte al nuovo terrorismo che colpisce l’Europa, ci chiediamo quale Europa e quale strategia politica possono impedire lo scontro di civiltà che i diversi fondamentalismi vorrebbero invece alimentare. Il fenomeno di Trump negli Stati Uniti e di Marine Le Pen in Francia ci dice che il rischio di militarizzazione delle nostre società è più vicino, nell’illusione che la potenza delle armi sia l’unico strumento efficace. Occorre rilanciare al più presto la prospettiva della soluzione politica dei conflitti e la capacità della Comunità internazionale di formalizzare accordi vincolanti. Senza un recupero di autorità e autorevolezza da parte dell’ONU, senza un dialogo e una collaborazione responsabile delle grandi e medie potenze regionali, senza una comune politica estera europea, il mondo è sempre più fuori controllo, l’inizio della terza Guerra mondiale a “ pezzi”, come ci avverte papa Francesco. Tornano i nazionalismi, si rafforzano i razzismi, riprende la corsa al riarmo, le società invece di aprirsi si chiudono come nel caso della Turchia di Erdogan. In questo quadro preoccupante i cittadini devono tornare a farsi sentire, a chiedere conto alle proprie Istituzioni rappresentative. Un grande appuntamento popolare sarà la prossima marcia della pace Perugia-Assisi di domenica 9 ottobre.