Martedì, 14 maggio 2024 - ore 16.08

Cisl e stipendi da nababbi. E’ bene non rassegnarsi di Andrea Maffezzoni

I sindacalisti, gli eletti democraticamente nei congressi, a tutti i livelli, hanno una grande responsabilità: impiegare le risorse date dai lavoratori iscritti senza sprecarle e men che meno abusarne.

| Scritto da Redazione
Cisl e stipendi da nababbi. E’ bene non rassegnarsi di Andrea Maffezzoni

Signor direttore, ecco la notizia: alcuni dirigenti nazionali della Cisl si sono fatti compensi economici scandalosamente alti, al di fuori del regolamento interno e in spregio ai dettami sindacali di equità e sobrietà. Gli interventi susseguiti hanno visto particolarmente impegnati soprattutto coloro che pensano il Sindacato quale struttura onerosa, burocratica e inutile. E’ bene non essere indifferenti. Il sindacato è una associazione di lavoratori che liberamente decidono di mettersi assieme per la promozione e la tutela dei propri interessi, tutela che viene perseguita attraverso uno specifico strumento: il contratto di lavoro, non che le normative previdenziali ed assistenziali. Per poter svolgere i propri scopi fondativi il Sindacato, come del resto tutte le associazioni, ha bisogno di risorse, che nel caso specifico vengono versate dai lavoratori aderenti. E’ bene non rassegnarsi. I sindacalisti, gli eletti democraticamente nei congressi, a tutti i livelli, hanno una grande responsabilità: impiegare le risorse date dai lavoratori iscritti senza sprecarle e men che meno abusarne. Tutto ciò è ben presente sia negli statuti che nei codici etici di tutte le Organizzazioni sindacali e nessuno e per nessun motivo può derogare al fatto che il contributo chiesto all’associato è un sacrificio. Come sempre è scorretto oltre che ingiusto fare di ogni erba un fascio. La maggior parte dei sindacalisti sono impegnati quotidianamente nei territori e nelle categorie a svolgere al meglio l’attività sindacale nei luoghi di lavoro e nella società. Un lavoro che comporta sacrifici e tanto impegno, sia in termini di disponibilità temporale che di studio e conoscenza. Questi non percepiscono quei compensi, a sei cifre e di qualche centinaia di migliaia di euro, riportate sui quotidiani a seguito di denuncia puntuale di un socio Cisl(che anzi che espulso dovrebbe essere additato ad esempio per l’interessamento alla vita del l’Organizzazione). Lo stipendio medio di un sindacalista è pari, e spesso anche inferiore, rispetto a quello percepito dai lavoratori iscritti che è chiamato a rappresentare. Nessun problema a mettere on-line i propri redditi. Della vicenda va però fatta chiarezza. Gli organismi di controllo dei bilanci dov’erano? Chi doveva applicare e sorvegliare la gestione dei regolamenti economici dov’era no? Vanno presi subito i provvedimenti di cessazione dei compensi al di fuori del regolamento e di recupero del maltolto. Nello stesso tempo penso che la Cisl, e il sindacato tutto, debba fare una seria riflessione. Non è possibile che all’interno di una Organizzazione sindacale vi siano sindacalisti che possano percepire stipendi milionari (è una questione etica. Non ci sta con la mission del sindacalismo) e sindacalisti che percepiscono uno stipendio inferiore a quello di regolamento o che percepiscono lo stipendio in ritardo. Occorre attuare il criterio confederale delle casse di solidarietà interna. Occorre regolamentare e mettere in giusta graduatoria i compensi dei sindacalisti, degli operatori tecnici e delle collaborazioni. Così come non ci sta che vi siano sindacalisti che ricoprono più incarichi e che percepiscono per ogni incarico integrazioni o compensi, nell’ambito e impiegando tempo già compensato (ma le integrazioni, i gettoni di presenza, etc., per regolamento non vanno riversati all’Organizzazione?). Bisogna anche stabilire che i dirigenti che hanno maturato il diritto alla pensione ci vadano in pensione. Bisogna sancire che la maggior parte di quota associativa sindacale va destinata alle strutture sindacali territoriali, quelle vicine ai luoghi di lavoro, riducendo la quota parte ai livelli regionale e nazionale.

Andrea Maffezzoni (iscritto CISL)

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