CNA Anziani Report Istat sulla povertà: il 6,2% degli over 65 sono in povertà assoluta
Il 6,2% degli anziani over 65 sono in povertà assoluta. E’ quanto emerge dal ‘Report sulla povertà nel 2023’ diffuso dall’Istat. Si tratta di quasi quasi 887mila persone, una cifra che, secondo l’Istituto di statistica, è restata tuttavia stabile rispetto agli anni precedenti.
Chi sono i poveri in Italia
I pensionati con grandi difficoltà sono purtroppo in compagnia di 2,2 milioni di famiglie, ovvero l’8,4% sul totale delle famiglie residenti in Italia, un valore anch’esso stabile rispetto al 2022. Stabile anche il numero degli individui in povertà che è quasi di 5,7 milioni, ovvero il 9,7% sul totale degli individui residenti. E stabile infine anche la “povertà relativa” familiare pari al 10,6%”.
La mappa della povertà per regione
Andando a fondo nelle cifre a livello territoriale scopriamo che l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, 10,2%,), seguita dal Nord-ovest (8,0%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie). Tra le famiglie povere, il 38,7% risiede nel Mezzogiorno (41,4% nel 2022) e il 45,0% al Nord (42,9% nel 2022). Il restante 16,2% risiede nel Centro (15,6% nel 2022).
Il disagio più marcato si osserva per le famiglie con tre o più figli minori, dove l’incidenza arriva al 21,6%; e, più in generale, per le coppie con tre o più figli (18,0%). L’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie con 1 persona di riferimento con almeno 65 anni assume i valori più contenuti; il massimo si registra per le famiglie con un anziano (6,8%).
Chi sono i poveri assoluti o relativi
Viene considerata in “povertà relativa” una famiglia di due persone che abbia una spesa per consumi pari o al di sotto la soglia mensile di 1.210,89 euro. Per una famiglia di quattro persone la soglia sale a 1.973,75 euro.
E’ considerano invece in “povertà assoluta” un single di 30-59 anni che vive solo in un comune nell’area metropolitana in Piemonte con una spesa di 931,92 euro mensili; se vive in Sicilia la soglia di povertà assoluta scende a 757,16 euro mensili; se risiede in comune centro dell’area metropolitana della Lombardia sale a 1.217,10 euro; mentre se risiede in un piccolo comune della Puglia tale soglia è pari a 717.55 euro.
Perché i poveri restano tali nel tempo
Secondo l’Istat lo stallo della povertà in Italia si è registrato nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno). L’impatto dell’inflazione, si legge infatti nel Report, ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. Nel 2023, la crescita dei prezzi al consumo è risultata, del resto, ancora elevata (+5,9% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA), con effetti che, tra l’altro, risultano più marcati proprio sulle famiglie meno abbienti (+6,5% la variazione su base annua dei prezzi stimata per il primo quinto di famiglie).
Le spese per consumi di questo gruppo di famiglie, che include anche quelle in povertà assoluta, non hanno tenuto il passo dell’inflazione e, pur in forte crescita in termini correnti, hanno subito un calo dell’1,5% in termini reali della spesa equivalente. I bonus sociali per l’energia e il gas – seppur fortemente ridimensionati nel 2023 rispetto al 2022, ha rimarcato l’Istat – hanno contribuito a contenere la crescita della povertà; si stima, infatti, che questa misura ne abbia ridotto l’incidenza di quattro decimi di punto rispetto ai sette decimi dello scorso anno.
Fonte news e foto Pensionati CNA , ottobre 2024