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Corada, Presidente Anpi Cremona, risponde a sindaco Bonomi e chiede confronto pubblico.

Italo Calvino giustamente scriveva: “Pietà per tutti i morti, ma non è possibile equiparare chi stava dalla parte dei carri merci piombati carichi di vittime e chi quei ferri cercava di spezzare”. Non è questione di destra o sinistra, di governo o opposizione

| Scritto da Redazione
Corada, Presidente Anpi Cremona, risponde a sindaco Bonomi e chiede confronto pubblico.

Corada, Presidente Anpi Cremona, risponde a sindaco Bonomi e chiede confronto pubblico.

 

Egregio signor Sindaco, leggo un Suo commento, in occasione della recente scomparsa del giornalista Gianpaolo Pansa.

Tra i meriti di Pansa Lei annovera l'aver rifiutato “le menzogne storiche dell' Anpi e compagni vari” e di aver denunciato “i crimini di una sinistra che ha sempre voluto raccontare la storia a suo uso e consumo”. Per brevità, non intendo qui entrare nel merito dei libri di Pansa. E neppure intendo parlare per conto della “sinistra” (all' Anpi aderiscono anche persone non di “sinistra”).

Smentisco invece nel modo più assoluto che quelle sostenute dall'Anpi siano “menzogne storiche”! L'Anpi sostiene le stesse tesi di tutte le Associazioni di partigiani, ex deportati, vittime del fascismo. Le tesi della Costituzione (che non a caso mette fuorilegge il fascismo) e della Repubblica democratica uscita dalla Resistenza. In estrema sintesi, che cosa sostiene l'Anpi?

L' Anpi non nega che pure da parte partigiana vi siano stati errori ed eccessi (anche vendette per ragioni personali), che vanno esaminati e condannati. Ma non è assolutamente possibile, né storicamente né eticamente, equiparare le due “parti” in conflitto. Mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, torturati e torturatori. Italo Calvino giustamente scriveva: “Pietà per tutti i morti, ma non è possibile equiparare chi stava dalla parte dei carri merci piombati carichi di vittime e chi quei ferri cercava di spezzare”. Non è questione di destra o sinistra, di governo o opposizione.

La Resistenza fu momento di grande unità politica. Pur con difficoltà, vi fu lo sforzo di  accantonare le divergenze, perfino quella su Repubblica o Monarchia, per cacciare gli invasori e sconfiggere la tirannide. E' un grande insegnamento. Quindi non è oggi questione di politica contingente, ma di rispetto della verità della storia. Attraverso lo studio e la conoscenza delle fonti oggi è possibile ricostruire ciò che accadde in quel periodo.

Negli ultimi anni le ricerche storiche sul fascismo, in particolare sulla Repubblica di Salò, hanno fatto notevoli passi avanti. Hanno dimostrato, per esempio, che le stragi di innocenti (vecchi, donne, bambini, uomini disarmati) sono state assai più numerose di quanto si pensava (più di 5600 con quasi 24.000 morti!), che le stragi sono state commesse non solo da tedeschi ma anche da fascisti e poche volte per rappresaglia ma per logica militare di “pulizia” delle retrovie del fronte.

Hanno dimostrato, le ricerche storiche, che la tortura è stata praticata in modo “istituzionale” dalle Autorità fasciste della Repubblica di Salò su migliaia di uomini e donne, mentre i Comandi partigiani scrivevano e non si stancavano di ripetere: “I prigionieri devono essere trattati con dignità”, “In nessun caso e per parte di nessuno le persone arrestate e fatte prigioniere dovranno essere sottoposte a violenza, maltrattamenti, ingiurie, sevizie”.

Questa è la differenza, morale prima ancora che politica, tra Resistenza e Nazifascismo! Hanno dimostrato, le ricerche storiche, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il fascismo fu un crimine e che quindi sostenerlo oggi dovrebbe essere un reato! Hanno anche dimostrato, le ricerche storiche, che dopo il 25 aprile vi furono, da parte dei partigiani, anche eccessi e vendette personali, sempre da condannare, come dicevo. Ma per l'essenziale fu vero il contrario: che la classe dirigente rimase sostanzialmente immutata (dopo un breve perodo di incertezza). La stessa di prima o quasi. Persino alcuni dei responsabili delle torture più tremende se la cavarono senza danni! Persino molti giudici del Tribunale Speciale! Certo, la situazione internazionale e la divisione del mondo in due blocchi aiutò. Ma l'Italia ci mise del suo! Per tanti anni quasi non si parlò più di Resistenza. E questo fu insieme colpa ed errore. Fare i conti col proprio passato serve a consegnare a tutti noi la consapevolezza che ciò che è stato può tornare. "Conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate" (Primo Levi). La Libertà è un valore da difendere, in ogni ambito. Un bene della cui importanza ci si rende conto, purtroppo, quando lo si sta perdendo, come dell'aria che respiriamo. La Resistenza porta con sé questo valore.  Ecco, questo sostiene l'Anpi.

Questo sostengono (o dovrebbero sostenere, secondo la Costituzione) le Istituzioni repubblicane.

Concludo dichiarandomi disponibile (anzi, sollecitando) un confronto pubblico su tali questioni. 

Gian Carlo Corada  ,Presidente Anpi provinciale Cremona

18 gennaio 2020

 

                                             

 

 

 

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