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(CR) DiMarinMare, il mio viaggio (e)statico mostra di pittura di Achille Meazzi

L'inaugurazione della personale si terrà venerdì 23 dicembre ore 17 presso Net4Market sta (Palazzo Fodri Cremona) con intervento live di Aksak Project 4et.

| Scritto da Redazione
(CR) DiMarinMare, il mio viaggio (e)statico mostra di pittura di Achille Meazzi (CR) DiMarinMare, il mio viaggio (e)statico mostra di pittura di Achille Meazzi

(CR) DiMarinMare, il mio viaggio (e)statico mostra di pittura di Achille Meazzi

L’inaugurazione della personale di pittura si terrà  venerdì 23 dicembre ore 17 presso Net4Market sta (Palazzo Fodri Cremona) con intervento live di Aksak Project 4et.

Da autodidatta consapevole, impenitente e forse un tantino scriteriato, mi sono sempre ritrovato a frequentare quei “mari” nei quali ancora oggi mi piace avventurarmi con il mio navigar scomposto, tipico di chi, ostinatamente, ancora sta cercando di dare confidenza al vento e alle onde. Sono i grandi mari della musica, della pittura e, perché no, della parola se non della poesia.

Mari distinti, distanti in apparenza, ma poi così “profondamente” connessi, acque e linguaggi che, al centro nel mio tumultuoso animo, si incrociano, si fondono e si confondono dispensando briciole insperate di fragile equilibrio al mio irrequieto esistere.

“DiMarInMare” è il titolo che, con la Professoressa Cordani, curatrice della mostra e con il Dottor Gianmaria Casella che ne è irreprensibile ospite, abbiamo scelto nella convinzione che più compiutamente potesse esprimere, la sostanziale essenza di questa mia personale esposizione. Un titolo che ha una duplice chiave di lettura: una di larga scala, sovrapponibile all'immagine di queste tre discipline come mari differenti (ma comunicanti) nei quali “navigo”, mi “bagno” e mi “ricreo”, ed una invece più di dettaglio là dove ogni mio viaggio per ciascuno di questi mari è fatto, a sua volta, di incontri, di scoperte e di altri mari, di nuovi approdi, di suggestioni e ispirazioni che in questo mio peregrinar viaggiando disordinato e lucidamente disorientato riesco a “trovare” e far diventare, ogni volta, opportunità di crescita e “ça va sans dire” parte essenziale del mio personale bagaglio a mano.

E' risaputo che l'autodidatta cresce attraverso la propria esperienza di vita, sfidando i propri limiti e buttandosi ogni volta oltre l'ostacolo, in fondo è l'unico modo che conosce per sopravvivere nel senso di  sopravanzar-vivendo. Io stesso non sfuggo a questa regola cogente per quanto mai scritta.

Credo inoltre, anzi ne sono assolutamente persuaso, che non sto rivelando nulla che già non si sappia e che alla fine tutto quanto si riduca, banalmente, ad un gioco innocente, un piacevole trekking ricreativo per la mente e per l'anima. Ma se posso,  sento di dover un ringraziamento a me stesso, anzi, più che a me stesso alla mia perseveranza nel non rinunciare mai a nutrire la mia curiosità, il mio piacere per la ricerca e per la scoperta quando mi trovo davanti all'imponderabile, all'invisibile. Non è un caso che la mia ostinazione a frequentare i macro mari dell'arte mi abbia portato, piano piano ad apprendere come viaggiare stando fermi e a vedere con gli occhi chiusi (citazione quest'ultima, di uno tra gli artisti a me più cari e che ho imparato ad amare prima ancora che per la sua pittura per le sue profonde e illuminanti riflessioni intorno ai temi della vita, dell'essere umano e del suo esistere: Roberto Sebastian Matta).

Va da sé che anche il progetto musicale, che ho i privilegio e la fortuna di vivere e condividere, ormai da quasi 30 anni, con altri artisti confluisca anch'esso all'interno della figura retorica del viaggio e cioè del navigar lontano per mari altri e differenti alla scoperta di idee e di stimoli nuovi. L'ultimo disco che abbiamo realizzato con Aksak Project dal titolo “ARGONAUTI”, uscito e presentato nello scorso mese di maggio, direi che ne è testimonianza e sintesi perfette.

Da ultimo mi rimane da spendere qualche parola per il terzo grande mare: il testo (sia esso poetico piuttosto che no) che immancabilmente mi accompagna in ogni mio girovagar per l'arte. Direi che è l'elemento che certifica ogni mio viaggio per l'immaginifico (l'immaginario magnifico) ed incarna,  il punto di ricaduta generale di un progetto, il suo incipit, il manifesto programmatico, l'elemento di utilità sussidiaria all'opera al quale assegnare il ruolo prezioso di raccordo tra un percorso artistico e l'altro sia esso pittorico piuttosto che musicale ovvero i due concomitanti.

Quando mi riferisco ai tre grandi mari differenti, lontani e connessi, mi riferisco proprio al fatto che, frequentemente e con estrema naturalezza accade che uno spunto pittorico generi un'idea musicale oppure anche l'esatto contrario.

Che dirvi infine di quel che vi sto mostrando di me?

Provo, semplicemente, ad immaginarmi città impossibili, o assai poco probabili. Città d'acqua con porti dall'agevole e sicuro approdo e lune colorate di speranza appese al cielo. Città che si rivelano di fronte e dall'alto al tempo stesso in uno straniante ossimoro visuale. Architetture che si stagliano nel cielo ma anche fitte e articolate mappe costruite con gesto istintivo e mai programmato. Si mappe, come mappe “anteriori” di città che furono o che non furono mai o pure futuribili? Chissà? Ma non di meno anche mappe “interiori”, texture emozionali dell'anima in cerca di un tranquillo riparo proprio come può esserlo un porto durante una tormenta. L'acqua è l'acqua del mare agitata dal vento e che con il vento muove, a sua volta, i suoni e la musica che incrocia in altri luoghi ad altre latitudini per sospingerli sino a noi e rivelarceli. E' l'imperscrutabile magico mistero dell'atto creativo dove tutto diventa incredibilmente utopia possibile. Le albe rassicuranti s'alternano ai notturni difficili e ai tramonti lenti e gentili così come accade nel quotidiano dipanarsi del nostro complicato sopravviver vivendo.      

Concluderei rassicurando tutti e ciascuno che non c'è nulla di straordinario né tanto meno di eroico o miracoloso in tutto questo, ma la semplicità della vita che ti stimola a cogliere e a raccogliere alcuni richiami interiori piuttosto che altri e a coltivare piccole e spesso ben celate attitudini piuttosto che altre. Oserei dire, una magia, comunque, alla portata di tutti.

“DiMarInMare” credo possa rappresentare, in ultima analisi, una semplicissima, incidentale ma stupenda alchimia della vita, una narrazione per immagini, musiche e parole di un viaggio (e)statico, che è poi il mio viaggio ma, forse, un po' anche il vostro viaggio e il viaggio di tutti e di ciascuno.

 Achille Meazzi

(novembre 2022)

 

Achille Meazzi : le precedenti esposizioni

Titoli Opere Achille Meazzi 

Dimarinmare: l’irrequieta quiete del vivere di Tiiziana Cordani 

 

 

 

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