(CR) Pianeta Migranti. Lombardia stentata nella lotta al caporalato
Solo 260 aziende agroalimentari su oltre 53mila sono iscritte alla lista bianca dell’Inps del lavoro agricolo di qualità.
Lombardia distratta o perlomeno disinteressata su caporalato e sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, soprattutto in termini di prevenzione, trasparenza, informazione e comunicazione. Nel 2014 col decreto legge 91, è nata la Rete del lavoro agricolo di qualità: una sorta di certificazione etica istituita presso l’Inps, per contrastare il lavoro sommerso e irregolare.
Per aderire alla Rete le aziende agroalimentari non devono aver riportato sanzioni amministrative o condanne penali per violazioni delle norme in materia di lavoro e legislazione sociale; devono aver pagato le imposte e versato i contributi previdenziali e i premi assicurativi.
In Lombardia, le aziende iscritte nella lista dell’Inps sono appena 260 su un totale di circa 53mila: lo 0,49%. Risultano essere 37 nel Bresciano, 89 nella provincia di Bergamo, 5 di Cremona, 3 di Lecco, 2 di Lodi, 64 di Mantova, 22 di Milano, 34 di Pavia, 4 di Sondrio.
Ma la disattenzione lombarda non finisce qui.
La legge 199 del 2016 “legge anticaporalato” consente di creare Sezioni territoriali/provinciali della Rete del lavoro agricolo di qualità con “cabine di regia” composte dai diversi soggetti pubblici, economici e sindacali.
In Lombardia, su 12 province, solo Brescia ha istituito la Sezione. In Puglia e in Sicilia esiste in tutte le province; in Toscana in 7 su 10, nel Lazio 4 su 5.
Numeri bassi in Lombardia anche nel contrasto ai ‘ghetti’ dei lavoratori agricoli.
L’Anci nazionale, a inizio 2022, ha mappato i ghetti dei migranti che lavorano nel settore agro-alimentare al fine di stanziare i 200 milioni di euro del Pnrr per risanarli. Al questionario inviato a tutti i comuni ha risposto il 48,7%. In Lombardia la percentuale è stata del 50,5%.
57 comuni lombardi, nel questionario, hanno confermato la presenza di migranti (stanziali/stagionali e entrambi) nel settore agroalimentare, ma la Lombardia compare solo all’ottavo posto per numero di comuni con insediamenti formali, (solo 5) e non risulta la presenza di alcun ghetto. Sembra dunque non esserci un’emergenza abitativa per i lavoratori immigrati in regione: nessun comune infatti, ha partecipato al bando per i fondi Pnrr destinati a risanare i‘ghetti’. Risulta un po’ strano, visto che ben 95 delle 834 inchieste aperte da 66 procure dopo l’approvazione della legge 199 del 2016 ‘anticaporalato” sono lombarde.
Lotta al caporalato, la Lombardia arranca - Avvenire (newsmemory.com)