Sabato, 05 luglio 2025 - ore 10.40

(CR ) Pianeta Migranti. Marco Omizzolo sul caporalato

“Sono decine di migliaia i lavoratori sfruttati, malpagati e vessati nel nostro Paese.

| Scritto da Redazione
(CR ) Pianeta Migranti. Marco Omizzolo sul caporalato

(CR ) Pianeta Migranti. Marco Omizzolo sul caporalato

Marco Omizzolo, sociologo Euripes, docente presso l’Università La Sapienza, presidente di Tempi Moderni è autore di saggi e ricerche nazionali ed internazionali in particolare sullo sfruttamento dei lavoratori stranieri in agricoltura.

 “Sono decine di migliaia i lavoratori sfruttati, malpagati e vessati nel nostro Paese.

Il caso di Satnam Singh è un caso drammatico, purtroppo non è il primo e temo non sarà l’ultimo, ma la responsabilità di ciò che è accaduto non è, dal mio punto di vista, imputabile solo al datore di lavoro, ma a un sistema politico e economico che nel corso degli ultimi 30 anni ha deciso di fondarsi anche sullo sfruttamento e sull’emarginazione. Sullo sfruttamento dei braccianti, uomini, donne, immigrati, molto spesso italiani e sull’emarginazione come frantumazione dei rapporti sociali, rottura del patto sociale che è evidente nel sistema dei ghetti e che assume nel Pontino delle caratteristiche peculiari.

In passato per esempio, sono stati arrestati imprenditori che puntavano fucili a canne mozze sulla testa dei braccianti; è stato dimostrato l’utilizzo di sostanze dopanti da parte dei braccianti per reggere il grave sfruttamento nei campi. È venuto il tempo di dire basta perché il caporalato e lo sfruttamento sono un grande sistema politico, un’organizzazione del potere che è necessario contrastare dal punto di vista politico, innanzitutto contrastando coloro che ancora parlano di sostituzione etnica e di carico residuale.

Fino a quando avremo questa classe dirigente al potere, nel territorio di questo paese continueremo ad avere morti sul lavoro, tragedie, drammi, attività persecutorie e forme di sfruttamento lavorativo che rendono più ricchi i già ricchi e più poveri coloro che sono destinati ad essere poveri, in particolar modo la classe operaia.

La manifestazione regionale dello scorso 22 giugno a Latina proclamata, in occasione dello sciopero del settore agricolo, subito dopo la morte brutale di Satnam Singh, può costituire e deve diventare un punto di svolta, non soltanto rispetto alla questione strettamente sindacale, ma politica del lavoro. Rimettere al centro i diritti del lavoro, i diritti costituzionali, i diritti umani è fondamentale se vogliamo dirci democratici e civili. Sono 235 mila le persone migranti ed italiani che sono vittime di forme anche molto gravi di sfruttamento lavorativo, umiliati nella loro dignità umana.

Satnam li rappresenta tutti e insieme a lui anche Balbir, Joban, Mamta, donne e uomini che in questo Paese non hanno trovato il progresso che la nostra carta costituzionale prevede, ma spesso forme di riduzione in schiavitù, di emarginazione, di grave umiliazione, di subordinazione e in alcuni casi addirittura la morte. Noi crediamo che sia venuto il tempo, e questa è una proposta fondamentale, di cancellare definitivamente la Bossi-Fini, di cancellare per sempre le logiche che stanno dietro ai decreti sicurezza, al decreto flussi, ai decreti Cutro.

È tempo di aprire una grande procura nazionale contro il padronato, il caporalato, la tratta, lo sfruttamento e gli incidenti sul lavoro che abbia competenze nazionali, una capacità di investigare il fenomeno nella sua reale dimensione, di intervenire concretamente, ma nel contempo la politica deve fare passi in avanti.

Basta con il carico residuale, basta con le logiche della sostituzione etnica. Bisogna applicare concretamente l’art. 10 della nostra Carta Costituzionale e nel contempo anche l’art. 1 della nostra Carta Costituzionale, altrimenti continueremo a vestirci a lutto, a celebrare funerali, a organizzare manifestazioni e a mancare quello che è l’impegno centrale, garantire a tutte e a tutti, al di là del colore della pelle, della propria classe sociale, dello status, quella dignità che è propria dell’essere umano.”

Sulla morte di Satnam Singh – Progetto Melting Pot Europa

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