“Miles è immortale, non si può imitare. Si può piuttosto reinventare. Lui stesso l’ha fatto nel corso della vita. Non si è mai riproposto, si è sempre messo in discussione. Così anche noi vogliamo dire la nostra, a partire dalla sua musica. Ne deriva ogni volta uno spettacolo uguale e diverso. Perché la parte di improvvisazione ci consente di esprimerci liberamente. Ciascuno di noi è chiamato a mettere a disposizione del gruppo la propria esperienza, ciascuno di noi è leader in un gruppo che mira a fare sintesi per guardare al futuro. Non al passato”. Così i Carovana Tabù hanno voluto descrivere il concerto andato in scena a Crema ieri sera, un tributo a Miles Davis che guarda avanti. Come si fa nei viaggi che contano.
Il progetto discografico Miles to go uscirà tra pochi giorni. “Questa è la quarta e penultima data di un tour che stiamo condividendo con il grande Fabrizio Bosso. È stato un crescendo di consensi e di pubblico. Ed è ogni volta un’emozione, una riscoperta ed un esperimento”. La musica di Davis viene reinterpretata grazie agli arrangiamenti di Stefano Proietti (piano, rhodes e tastiere) in chiave moderna. “Un modo per far capire che anche i giovani under 30 possono e vogliono dire qualcosa a partire da chi ha segnato la storia della musica del ‘900”. Hanno deciso di farlo anche mischiando i linguaggi della loro epoca. Al suono degli strumenti musicali si affiancano video e parole. Propongono un viaggio nel passato, strizzando l’occhio al futuro, senza la paura di metterci la faccia. Oltre al fiato, la passione, l’entusiasmo e la musica. “Abbiamo fatto in modo di mischiare i generi così da parlare proprio a tutti”. La musica è questo: deve essere questo. “È universale, deve arrivare al cuore di tante persone”.
Sul palco ai vari periodi della musica di Davis si mischiano elementi stilistici, formali, armonici e ritmici caratteristici della musica classica e contemporanea, con particolari riferimenti a Bach, Hindemith, Stravinskij, Ravel, Debussy, Morten Lauridsen e Astor Piazzolla. Questa unione è arricchita dalla tromba solista di Fabrizio Bosso, dal sound jazz/funk/pop dei Carovana Tabù e dal live electronics. Il gruppo è composto da Antonio Santoruvo (tromba e flicorni), Giacomo Cazzaro (sassofono contralto e sax baritono), Giulio Tullio (trombone), Federico Limardo (sassofono tenore, sassofono soprano e clarinetto), Andrea Albini (chitarra elettrica e acustica), Nicole Brandini (basso elettrico), Stefano Proietti (piano, rhodes e tastiere), Davide Di Giuseppe (batteria, arrangiamenti elettronici e electronics live). Una band formata da otto giovani musicisti provenienti da tutta Italia. “Ci siamo conosciuti un contesto diverso, accademico, d’orchestra. Poi abbiamo deciso di unirci per sperimentare”. Quello in uscita è il secondo album realizzato con Fabrizio Bosso dopo Point of view. “Da piccolo – racconta Giacomo Cazzaro – ero innamorato della tromba di Fabrizio Bosso. Ora poter condividere il palco con un artista di questo calibro è un grande onore”.
A teatro le note cullano in un viaggio diretto al domani. “Ciascuno di noi sul palco porta il proprio linguaggio” ribadisce Bosso. “Mi piace l’idea di farmi trasportare dall’influenza di un gigante come Davis senza perdere la mia unicità. Con i ragazzi si respira una forte energia e del talento in un ambiente sano. Ora l’obiettivo è portare questo progetto all’estero”.