La mostra del Genovesino, che aprirà il prossimo 6 ottobre al Museo Civico, è occasione per recuperare il patrimonio artistico cittadino e non solo. Sono in corso nei laboratori i restauri, finanziati da Comune di Cremona e Diocesi di Cremona, di alcune importanti opere di Luigi Miradori che, al termine degli interventi, saranno esposte nel percorso espositivo dal titolo “Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona” organizzato dal Comune di Cremona alla Pinacoteca, in occasione delle Celebrazioni Monteverdiane 2017. Al termine della mostra che chiuderà il 6 gennaio 2018, i quadri, valorizzati da questi interventi e dall'esposizione, torneranno nei loro luoghi d’origine.
Si tratta di opere di proprietà ecclesiastica provenienti dalla Chiesa di San Marcellino di Cremona, dalla Chiesa di San Siro di Soresina, dalla Chiesa di San Giorgio di Casalbuttano e dal Museo del Seminario Vescovile, per le quali è stata fondamentale la disponibilità e la collaborazione della Diocesi, del Direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Don Gianluca Gaiardi e dei parroci delle chiese proprietarie. I restauri sono seguiti dall’ispettore incaricato della Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Cremona, Lodi e Mantova Angelo Loda e dai curatori della mostra Francesco Frangi, Valerio Guazzoni e Marco Tanzi.
Le due ditte cremonesi Allegri Laura e Carena-Ragazzoni S.n.c stanno lavorando al restauro dei dipinti provenienti dalla cappella della Beata Vergine della Chiesa di San Marcellino a Cremona. In particolare, la grande tela della “Presentazione di Maria al tempio”, descritta nella guida settecentesca di Panni come "opera che ha del grandioso, ma che, avendo assai patito, e tuttora patendo, richiede d'esser tenuta in conto". L'urgenza segnalata della necessità di un restauro venne accolta alla fine degli anni '60 del secolo scorso, quando il Direttore della Soprintendenza alle Gallerie di Mantova, Verona, Cremona, dottor Giovanni Paccagnini, ne sostenne le spese ed incaricò il pittore restauratore Ernesto Piroli. Ora, a distanza di un cinquantennio, gli interventi di consolidamento del colore e sulla struttura della tela e del telaio allora effettuati mantengono ancora una buona efficacia, mentre si è dovuti intervenire e sono in corso le operazioni di asportazione ed assottigliamento delle stesure ormai ingiallite, inscurite e alterate delle spesse vernici postume, dei ritocchi delle lacune e dei consistenti residui di colla utilizzati. La superficie pittorica originale che mano a mano si viene a rivelare presenta numerose e diffuse mancanze di colore con tela a vista e consunzione delle velature scure più delicate: il restauro provvederà quindi con la stuccatura e l'integrazione pittorica al risarcimento e alla ricucitura di queste superfici ormai compromesse.
Dall'altare della stessa cappella, a fianco della statua della Vergine Immacolata, a più di tre metri di altezza sono state già rimosse anche le due strette tavole miradoriane rappresentanti "Il martirio" e "La gloria" di Sant'Orsola, un tempo utilizzate come sportelli di vani porta reliquie. Considerato il buono stato di conservazione, ci si limiterà su queste opere alla pulitura delle vernici inscurite non originali; ciò consentirà, quando le due ante verrano esposte, una chiara visione finalmente ravvicinata degli episodi della vita della santa martire, assiepati di piccole figure concitate, così come si augurava nel suo manoscritto settecentesco, dedicato ai pittori cremonesi, Giambattista Biffi: “…questi due pezzi in una galleria a portata comoda dell'occhio ne sarebbero uno dei più belli ornamenti, fosse pur ricca di preclare opere dei più rinomati maestri”.
La “Madonna del Rosario tra i Santi Domenico e Caterina da Siena” della Chiesa di San Giorgio di Casalbuttano e la “Nascita di San Carlo Borromeo” e la “Morte di San Carlo Borromeo” del Museo del Seminario Vescovile, sono oggetto di restauro presso il laboratorio di restauro snc di Sonia Nani e Barbara Cerrina Feroni, mentre il “Miracolo del beato Bernardo Tolomei” della Chiesa di San Siro di Soresina presso il laboratorio di Federica Cattadori.
Il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena, datato 1652 e proveniente della chiesa di San Giorgio a Casalbuttano, ha subito un restauro nel 1945 dalla ditta Papetti di Crema. All’epoca sono state eseguite diverse ridipinture su parti di colore originali probabilmente svelate o ammalorate. Il lavoro di restauro attuale, dopo le indagini preliminari di studio del dipinto e l’esecuzione dei test per orientare l’intervento, prevede la rimozione delle vernici particolarmente ingiallite e di alcune ridipinture per scoprire la cromia originale che si rileva avere toni freddi e contrastati. Le lacune di colore saranno risarcite e quindi reintegrate pittoricamente. Strutturalmente sarà ripristinato l’ancoraggio della tela al telaio nell’ottica del minimo intervento e il telaio ligneo di supporto sarà disinfestato e consolidato.
Anche i due dipinti raffiguranti la “Nascita di San Carlo Borromeo” e la “Morte di San Carlo Borromeo” del Museo del Seminario Vescovile, datati 1642, hanno subito un precedente restauro ben visibile dai diffusi ritocchi alterati sulla superficie pittorica. Dopo le indagini accurate, è stata rimossa la vernice ingiallita ed asportate le ridipinture che debordavano in parte sul colore originale. Le lacune di colore, evidenti in modo particolare sulla la “Nascita di San Carlo Borromeo” saranno stuccate e reintegrate pittoricamente. Strutturalmente sarà conservata la foderatura per entrambi i dipinti e si provvederà a restituire planarità alle superficie.
Un’importante attività di restauro per la città e il territorio stimolata dalla mostra, attesa da anni, dedicata al Genovesino. E’ la cultura che genera cultura!