Signor direttore, ho apprezzato convintamente la lettera del signor Evelino Abeni a proposito dell’ ‘esiguo’numero di vittime (631) della strage nazista perpetrata con la collaborazione di fascisti locali nel territorio del comune di Marzabotto tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944. Ciò che appare parecchio strano è il frequente affacciarsi sul nostro quotidiano di provincia di interventi di lettori che apportano chissà quali verità storiche pervenute e mediate da chissà quale docenza storica e cattedratica certificazione. L’intento appariscente di costoro si estrinseca perlopiù in impennate negazioniste e revisioniste. (...) Non so spiegarmi il reiterato accanimento di stampo neofascista che (…..) si esprime liberamente, e gli viene concesso di farlo, con toni a dir poco ‘cinici’per usare una cortese scelta terminologica di Abeni. Io preferirei indulgere sull’aspetto morale e culturale di chi scrive certe cose e di chi le divulga con la discreta ‘non chalance’dell’editore liberale (liberale?) per il quale tutto va bene. (...) Diversamente sono per proporre lo studio laborioso e l’approfondimento appassionato, soprattutto su episodi storici assai tragici, utilizzando fonti decisamente serie e qualificate anche di alto livello internazionale. Ad esempio per chi volesse saperne di più e bene sulla strage di Marzabotto, tra le molte pubblicazioni disponibili sull’argomento, consiglierei la ponderosa opera di Joachim Staron ‘Fosse Ardeatine e Marzabotto - Storia e memoria di due stragi tedesche’. Opera pubblicata in Italia nel 2007 nella Biblioteca Storica di prestigiosa casa editrice italiana. Staron, è docente tedesco di Storia e Filologia latina a Gottinga, Berlino, Stoccarda. Tuttodire.
Elio Susani (Cremona - Società Italiana di Storia Militare)
