Ema ad Amsterdam Lo sgarbo di Bratislava a Milano
Al Consiglio Affari generali dell’UE ieri a Bruxelles hanno perso sia l’Italia che la Slovacchia.
Ma l’astensione per ripicca di quest’ultima, subito eliminata dalla competizione, ha danneggiato Milano che invece avrebbe potuto farcela e ha perso sul filo di lana per uno sciagurato e sfortunato caso: l’estrazione di una pallina che ha decretato la vittoria, e con essa un business miliardario, alla capitale olandese. Alla fine, come molti temevano, è stata una decisione tutta politica, anche se con attori diversi da quelli previsti, e non una scelta basata sulle qualità delle candidature.
La proposta italiana ha retto molto bene il confronto: Milano era davanti a tutte nel primo turno con 25 voti, a seguire Amsterdam e Copenhagen a 20, e Bratislava solo quarta a 15, risultato che l’ha esclusa dai turni successivi. Anche nel secondo voto Milano era in testa, ma non le sono bastati i 12 voti ricevuti, due in meno del previsto che nel segreto dell’urna avrebbero fatto la differenza. Un paio di “franchi tiratori”, forse Francia e Spagna scrive Lettera43, che non hanno mantenuto le promesse. E poi il terzo turno, con il capoluogo lombardo arrivato alla pari con Amsterdam, 13 punti ciascuna, che ha portato allo spareggio fatto con estrazione a sorte. Ha vinto il caso, e ha perso l’Italia. Amsterdam ha invece attirato i voti per Copenhagen e saputo coagulare intorno a sé il consenso di «gran parte dell’Europa carolingia e nordica», come chiosa Marco Zatterin sulla Stampa, «un risultato che pesca in vecchie intese, in patti consolidati fra popoli che amano rigore, welfare e protestantesimo».
Fonte: buon giorno slovacchia