La sera stessa in cui la donna scompare, la sua auto viene ritrovata bruciata in campagna a pochi chilometri da Crema. Il giorno dopo gli inquirenti fanno esaminare alcuni resti ossei carbonizzati trovati nell’abitacolo a due diversi esperti e veterinari, che concludono: si tratta di un cane.
Ma il principale indiziato (di omicidio volontario e occultamento di cadavere), il 45enne Alessandro Pasini, insiste col dire che i resti nell’auto – da lui stesso data alle fiamme – sono dell’amica,Sabrina, morta in seguito a un’overdose.
Il che porta inevitabilmente a una ferale domanda: come si fa a scambiare per un cane i resti carbonizzati di una donna?
Dubbio arrivato alla Procura a Cremona, visto che per uscire ''dall'incastro'' hanno nominato una delle massime esperti forensi d’Italia, l’antropologa Cristina Cattaneo, che aveva risolto anche il caso di Yara Gambirasio.
Oltre a lei vengono nominati anche Luigi Maria Taccani, libero professionista, il primo veterinario chiamato ufficiosamente da un amico carabiniere. Anche lui parla di un cane bruciato, di arti inferiori in atteggiamento tipicamente canino. Niente mascelle e mandibola però.
Incaricato anche Giuseppe Casirani, dirigente veterinario dell’Ats Val Padana di Crema, che conferma anche lui alcune ore dopo che la carcassa rinvenuta tra il sedile posteriore e il posto a lato del conducente è identificabile come animale canide.
Nominati poi anche Debora Mazzatelli e Domenico Di Candia, medico legale, antropologa e tossicologo, anche loro dovranno definire, attraverso il Dna, se i poveri resti appartengano a Sabrina Beccalli, come sostengono gli altri due veterinari, sono di un povero cane.
Ma com'è possibile che in sei esperti non si riesca a capire se i resti sono di un animale o di un umano?
Intanto il sospettato numero uno Alessandro nega, insiste dicendo che sono i resti di Sabrina. Confessa d’aver dato fuoco all’auto, ma di non aver ucciso Sabrina, morta infatti per overdose, e ribadisce che in macchina non c’era alcun cane e che quei resti sono della 39enne.
Forse non lo sapremo mai, perché nel frattempo una trenitna di quei resti rinvenuti nell'auto sono stati distrutti nel'inceneritore.
Altro retroscena paradossale è il fatto che – quando ancora erano tutti convinti della storia del cane – il servizio veterinario chiede alla procura di Cremona il nulla-osta per la distruzione della carcassa, che il 18 agosto finisce, infatti, nell’inceneritore.
Restano però da riesaminare altri trenta frammenti, quasi tutti ossei, che i Ris hanno rinvenuto nell’abitacolo in un soperalluogo ulteriore, il 26 agosto.
Sarebbe stata trovata anche una clavicola, anche lei vittima dell'interrogativo degli inquirenti ''umano'' o ''non umano''.. ma come si sà i cani non hanno le clavicole...