Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 09.33

I comuni a rischio multa per depuratori e rete fognaria |PRC Cremona

| Scritto da Redazione
I comuni a rischio multa per depuratori e rete fognaria |PRC Cremona

In merito all’articolo riportante le dichiarazioni di Scaravaggi e pubblicato sul quotidiano locale in data odierna, precisiamo che:
1) I comuni (o gli agglomerati superiori ai 2.000 abitanti) che attendono la sentenza dell'avvocatura europea (che pare sia attesa a giorni e che deciderà l'entità della multa da pagare entro il 31/12, e cioè proprio la fattispecie citata dal trio Salini, Bordi, Denti), sono 36 ed in questi non compaiono comuni della provincia di Cremona; non è a noi che risulta ma il dato e direttamente desumibile dal sito della Regione. Sarebbe pienamente giustificato l'adozione di uno stralcio del Piano d'Ambito qualora ci fossero agglomerati nel nostro territorio in quella situazione perchè la Repubblica Italiana ha poi 30 giorni di tempo per presentare una memoria difensiva contenente, per l'appunto, la programmazione degli interventi previsti e così rispondere alla sentenza, ma, ripetiamo, non è questo il nostro caso.
2) è vero che esistono comuni della provincia di Cremona (che sono quelli citati) in stato di pre-infrazione, o meglio di "pre-contenzioso", per i quali, come sostiene Scaravaggi, è stata aperta una procedura di infrazione. Ma non rientrano comunque nella fattispecie citata dal "trio" perchè queste procedure durano parecchio. L’esperienza insegna che tra il pre-contenzioso e la comminazione della sanzione potrebbero occorrere uno o due anni ancora. Del resto lo stesso articolo lo conferma; le sanzioni per questi Comuni scatterebbero solo dopo il 31 dicembre 2015 e cioè dopo il termine ultimo previsto per l’esecuzione dei lavori.
3) in ogni caso è acclarato che "l'emergenza" citata dal trio:
-non c'è, e quindi è una bufala bella e buona (raccontata volutamente o per, come dire, negligenza non fa alcuna differenza);
-anche qualora l'emergenza ci fosse stata sarebbe stato sufficiente, come memoria difensiva, presentare uno stralcio del Piano d'Ambito contenente gli interventi programmati solo per quegli agglomerati dichiarati dall'avvocatura non conformi alla direttiva europea, e non tutto il Piano d'Ambito come strumentalmente fatto;
-last but non least: anche in caso di interventi urgenti non sta scritto da nessuna parte che questi possono essere sostenuti solo grazie al contributo di un socio privato, anche perché non sarebbe comunque possibile. Infatti per arrivare all'assegnazione di una procedura ad evidenza pubblica di queste dimensioni occorrono, ad andare bene, dai 6 ai 9 mesi. Quindi l'eventuale socio privato si troverebbe già la pappa pronta, e cioè i problemi legati all'emergenza comunque risolti con fondi pubblici. E magari è proprio questa la motivazione che sta dietro a tutta la faccenda, e cioè levare le castagne dal fuoco al futuribile socio privato per rendere più “appetibile” la sua messa sul mercato. Del resto nella patria del “privatizzare i profitti e pubblicizzare le perdite” non sarebbe una novità.

Quindi insistiamo nella richiesta di dimissioni, che trovino un’altra “scusa”, magari più “difendibile”, per giustificare il golpe della settimana scorsa.
Concludiamo con una riflessione: ci vorrebbe ben altro che “un ricorso al TAR per vizio di forma” per sconfiggerli….

Circolo Rosa Luxemburg
PRC Cremona

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